16 gli Italiani e poi l’Italia. La vita ha fatto da sè, e il Tommaseo ha sbagliato. Ma non si può fargli un carico, se ha difeso le sue idee federalistiche e repubblicane, con quel furore polemico che gli era proprio, in un campo, in cui la sua idea etica predominante trovava naturalmente maggiori contrasti e opposizioni accanite. Il Tommaseo, per temperamento, per carattere, per abito di mente, non è, nè può essere un politico. Pur rifuggendo istintivamente dalla politica, il suo patriottismo ve lo conduce, ve lo invesca, sinché la sua natura, insofferente, assettata di purezza e di assoluto, reagendo violentemente, ne lo libera, con schianto e rovina. E quella “Cronichetta del Sessantasei„ testé malauguratamente pubblicata, che “ contiene quei particolari storici, i quali la storia non degna „, ed è stata sì male accolta per la sua “critica perfidamente e genialmente malevola,,, gettata giù alla rinfusa, senza disegno, perchè non destinata alla pubblicazione, e perciò anche interrotta a metà dal Tommaseo, va considerata proprio come una reazione del suo animo esacerbato, preso in mezzo ai contrasti politici, in un momento particolarmente aspro e difficile della sua durissima vita, dopo la fuga da Venezia, mentre era assillato dal bisogno e tormentato dalla infermità. A Venezia, il Tommaseo repubblicano e federalista, era stato un fiero nemico del Piemonte e di Carlo Alberto, perchè fiero sostenitore della resurrezione di San Marco. Così, quando il governo dei Cento Giorni deliberò l’annessione al Piemonte, il Tommaseo, con molti altri uomini, onesti ma smarriti, passò all’opposizione contro il suo compagno Manin. Egli era per la resistenza a ogni costo, e il povero Manin doveva, infatti, lottare contro uomini come il Tommaseo e il Sirtori, che avrebbero voluto rinnovare l’esempio di Cartagine e di Numanzia. Il Manin aveva ragione e il Tommaseo torto. II Manin era un politico, il Tommaseo no. Ma quanta fiamma di patriottismo non brucia in quel suo idealismo impolitico, che gli fece dettare parole tanto aspre contro il suo compagno di un tempo ! Egli si sentiva un esule, in quell’ Italia, ricaduta dopo le guerre del ’59 e del ’60, in una pietosa mediocrità; mentre il problema scottante di Roma provocava tutto un sobbollimento di