47 Bonaparte forse in quel momento non comprese o non volle comprendere tutta l'importanza che l'Austria acquistava con la cessione di quelle terre. Giustamente osserva uno scrittore anonimo « un cittadino ingenuo »: « l’Austria acquista una posizione che le comunica indirettamente l’impero dell’ Italia, della quale essa può ormai a suo piacere distruggere la navigazione, perchè basta perciò eh’ essa chiuda a lei i suoi porti e li apra invece ai pirati. I porti chc l’Italia possiede sulla costa dell’Adriatico opposti a quelli della Dalmazia e dell’ Istria sono in picciolo numero e cattivi. Di conseguenza i vascelli che navigano in questo mare sono esposti a perire~al primo colpo di vento se essi non sono sicuri di trovare un rifugio sulle coste delle due provincie... Se dunque questi porti si trovano nelle mani di una potenza straniera, che può da un momento all’ altro diventare nemica, questa potenza diventa in effetti l’arbitro della navigazione, del commercio e della marina ». Ed anche oggi la Dalmazia, che possiede una costa di 589 Km. circa in linea d’aria e un insulario di circa 50 isole grandi ed oltre 1000 piccole (scogli), - bene armata - com’ è oggi - presenta un pericolo anche per le più grandi flotte. Le coste frastagliate da fiordi e i canali formati dal suo insulario la rendono un prezioso baluardo per la nazione che la possiede. Gli Absburgo non avevano mai cessato di accarezzare i’ idea di impadronirsi un giorno di quella Dalmazia ch’essi consideravano come loro eredità naturale in quanto re d’ Ungheria ; come tali infatti essi portavano anche il titolo non mai revocato di re di Dalmazia. Non fa quindi meraviglia che colla venuta degli austriaci in Dalmazia prendesse larga diffusione il partito ungherese, specie tra i notabili che speravano di trovare sotto 1’ Ungheria la più larga conferma dei loro privilegi, poiché colà i nobili avevano pieni poteri sui plebei. Il Rukavina stesso, capo del partito ungherese, cercò di favorire questa riunione all’ Ungheria, esagerando lo spirito ungherese dei dalmati, e ne è prova il seguente rapporto : « Questa provincia è animata da leali sentimenti verso il re d’Ungheria, e per 1’ ulteriore sicurezza abbisogna soltanto che quanto prima sia organata la costituzione provinciale, avendo questa numerosa popolazione deposto nelle mie mani il giuramento di fedeltà e sudditanza verso il re ungherese. Io ripeto qui, quanto addussi in tutti i miei precedenti rapporti, che tutti i ceti, non meno che la popolazione intera, si obbligarono con giuramento alla fedeltà verso il nostro augusto sovrano, quale re d’ Ungheria. Durai molta fatica e dovetti usare tutta la forza dell’ animo mio, per spiegare dal pergamo al popolo radunato in chiesa, che Sua Maestà l’Imperatore era anche re d’Ungheria, Croazia e Dalmazia, e con solenne giuramento dovetti persuadere gli astanti, eh’ io era un messo di S. M. il re ungherese, mandato ad annunziare ad essi i supremi diritti e la grazia sovrana di S. M. il re ungherese. Appena dopo convinto di questo, il