62 Fosco rievoca « le giornate lontane nel tempo, ma incancellabili nell' animo di coloro che le hanno vissute » di Sebenico nel 1919-20. Il Fosco, profugo di Sebenico, ha fatto bene a raccogliere quei ricordi personali, che serviranno un giorno a ricostruire 1’ epopea Dannunziana in Dalmazia. Nella rivista «Hrvotska Smotra» di Zagabria, fascicolo di ottobre 1939, il Dott. Ivo Guberina pubblica un articolo sull’argomento « se l’alfabeto glagolitico (croato) sia anteriore a quello cirilliano (serbo)». Questo cenno potrà interessare quelli dei nostri lettori che sono al corrente della sorda lotta, apparentemente scientifica e religiosa, ma sostanzialmente politica, tra i fautori dell’uno o dell'altro de: due alfabeti. Da qualche tempo è sorta l’idea che l’alfabeto glagolitico sia anteriore in ordine di tempo a quello cirilliano. L’ipotesi è sostenuta, con poca ricchezza di fonti, dai professori Dott. Bare Poparic, Dott. Cherubino Segvic e Kamm i quali affermano, in genere, che il glagolitico, nato nella Bosnia, si era diffuso e viveva nella Croazia, come alfabeto e come liturgia, già ai tempi di quello cirilliano. Ora il prof. Kamm pretende pure che il glagolitico sia di origine gotica, avendo gli Slavi trovato nei Balcani i resti di una popolazione di Goti, che trasmise loro la religione cristiana, di forma ariana, e il suo alfabeto, formato di lettere gotiche e runiche. Il Dott. Guberina oppone che la tesi dell’ origine precirilliana dell’ alfabeto glagolitico è insostenibile scientificamente ed esorta i suoi contradditori a non esagerare. Egli cita, a suo conforto, le opinioni di altri scienziati, alcuni dei quali ritengono che gli elementi dell’alfabeto glagolitico siano di provenienza greca, altri di provenienza orientale ebraica, sa-maritania, copta e persiana, ed altri perfino d’influenza albanese. In questo labirinto di ipotesi, il Dott. Guberina fa, a titolo conclusivo, queste domande : ». Se l’alfabeto glagolitico fosse esistito in Croazia prima di S. Cirillo, ci troveremmo dinanzi a questo dilema:per quale motivo in tutti gli altri paesi (Bulgaria, Moravia, Russia) dove il glagolitico è penetrato, se ne riscontrano le tracce in un’ epoca precedente a quella della Croazia?! E come si può supporre che un popolo abbia avuto la sua scrittura nazionale, quando i documenti dei suoi sovrani e tutta la sua vita culturale si sono esplicate nella lingua e nella scrittura latina?». Nas Jadran. La Biblioteca dell'Archivio per la propaganda dell’ Adriatico, quale organo esecutivo della «Jadranska Stra-za» di Spalato, ha pubblicato a Lubiana (Karel Ce£) nel 1938 un libro di lusso, corredato da 214 fotografie (forse anche troppe), col titolo : Il nostro Adriatico, bellezze naturali e arte. Il testo è formato da 6 articoli di autori diversi. Il Dott. Jvo Tartaglia, presidente della «Jadranska Straza», scrive un'invocazione alata sul «Nostro Adriatico». Lo scultore Jvan Mestrovié dichiara: «Noi facciamo la guardia, senza minacce e senza paura . . . accoglieremo chiunque venisse fra noi come un amico, un fratello, ma mai come un padrone! ». L'archeologo Dott. Mikovil Abramic traccia un quadro storico-culturale sino alla venuta degli Slavi. L'archeologo Dott. Ljubo Karaman parla dell’ arte nell’ Adriatico orientale. Il Dott. Artur Schneider, direttore della pinacoteca Strossmajer di Zagabria, ricorda gli artisti, nati in Dalmazia e nella costa della Croazia, i quali hanno operato all’estero. L’ing. Kamilo Toncic, direttore del Museo etnografico di Spalato, esalta l’arte popolare. Che cosa possiamo dire noi su questo «Nostro» (di chi? dei Croati, dei Serbi, o degli Jugoslavi ?) Adriatico ? C’ è troppo forte e viva la tendenza a far apparire nostre, opere d’arte e persone, che con questo nostro poco o nulla hanno a che fare. Siamo ancora molto lontani dai tempi in cui i Dalmati studieranno il passato della loro terra senza passione e senza pregiudizi e cercheranno di sceverare la