23 La terza parte del Barlezio del Pali assurge ad un elevato riconoscimento delle qualità senza dubbio preclare dello storico scutarino. Egli non scrive soltanto per una soddisfazione dello spirito, ma anche per diletto dei lettori, stimolato in ciò dalla gratitudine verso la patria, per renderle questo omaggio e non lasciar dimenticare 1’ eroismo dei suoi concittadini e, al contrario, « celebrarlo per mezzo dello stile, come un bello esempio, degno di essere conosciuto e seguito pure da altre città e da altri popoli, per quanto concerne il perseverare nella fedeltà verso i Capi, in ispecie verso la Repubblica di S. Marco ». Il Barlezio, imbevuto dello spirito del Rinascimento, paragona 1' accanita resistenza degli Scutarini a quella degli abitanti di Sagunto e di Casilino : l’assedio di Scutari è per lui di buon presagio, in quanto costituiva uno stimolo permanente alla guerra contro l’infedele. Questo in quanto all’ « Assedio ». Nella «. Storia di Scanderbeg » il Barlezio vede naturalmente nella personalità dell’ Eroe il protagonista del più glorioso patriottismo e della più fervida fede, simbolo della lotta fra Cristianesimo e Islamismo. « In ciascuna delle frasi, scrive il Pali, si avverte la tendenza a glorificare I’ Eroe, il quale aveva lottato tutta la vita, prima per la liberazione della patria e, poi, ottenutane la libertà, per la conservazione di essa ». Ma in questo bisogna anche vedere 1’ odium theologicum contro Io spurcissimus pseudo propheta ille Meumethes. Per il nostro umanista, Scanderbeg è quindi una specie di Dio che rappresenta un’ epopea in continuazione di quelle più classiche. La prosa del Pali guadagna qui una prodigiosa altezza in favore dell’ umanista, che egli celebra tanto degnamente, esaltandone lo stoicismo. Dopo avere spiegato le ragioni che indussero il Barlezio a scrivere, il Pali esamina la concezione del mondo che aveva il Sacerdote scutarino e le sue idee politiche, esaurendo 1’ argomento con un esame serrato sulla psicologia dei tempi e sui problemi che ne derivavano : tanto più qui si trovano insieme le regole teologiche con quelle metafisiche e direi alchimistiche, con 1’ astrologia divinatoria, oltre che con un gran numero di riflessioni d’indole filosofica e morale. Anima rettorica, semplice e buona, tutt’ altra che priva d’ingegno : questo è il Barlezio, il quale osserva che « i Turchi non osano troppo comprare schiavi tra i prigionieri albanesi per aver constatato che essi e gli ungheresi, a causa del loro orgoglio, non sono idonei e, del resto, mai diventano dei buoni Musulmani ». Studiando poscia la concezione storica e il senso critico del Barlezio, il nostro Autore pensa che come la maniera di concepire il mondo del Barlezio non differisce nei tratti generali da quella della sua età, così pure le sue opinioni sulla storia vanno d’ accordo con quei tempi. Perciò, anche nell’ opera fondamentale dello Scutarino, la principale sua cura è di commuovere il lettore, mediante una narrazione interessante e rivestita di uno stile che rispecchi quello classico, piuttosto che per il contenuto : il