15 II sabato ci trovammo all’ ora fissata in Piazza Vittorio Emanuele. Egli era meno triste della prima volta, e quando entrammo nel ristorante parve che si compiacesse di esser riconosciuto dalla maggior parte dei presenti. La sua faccia, del resto, era così caratteristica che, vista una volta, era impossibile dimenticarla. Rimisi naturalmente a lui la scelta dei piatti; ma egli non volle saperne, forse per confermarmi col fatto quello che mi aveva detto al Teatro Rossini. Cercai allora di fare da me e scelsi quanto di meglio era disponibile. Si mostrò soddisfatto e non cessava di ringraziarmi della cortesia usatagli; e verso la fine della cena il discorso cadde di nuovo sul tema prediletto, sull’ italianità della Dalmazia. Ed egli parlò più spedito del solito, con foga giovanile, citando fatti, nomi e date con una sicurezza addirittura meravigliosa. Un tale entusiasmo sembrava inconcepibile in un uomo quasi ottantenne, condannato ormai a dibattersi tra le più dolorose strettezze, incerto del domani, colpito da una terribile malattia, che, se per il momento era stata parzialmente vinta, non avrebbe tardato a produrre il suo effetto letale. È inutile che cerchi di ripetere le sue parole : mi limiterò a dire che tutte le volte che mi è capitato di leggere qualche libro sulla Dalmazia, ho avuto occasione di constatare che quella sera egli aveva parlato non solo con serenità incontestabile, ma con perfetta cognizione di causa. Questa considerazione mi ha fatto vincere la mia riluttanza a riferire aneddoti in cui entri in qualunque modo la mia persona e mi ha reso possibile d’aderire all’ invito di scrivere qualche cosa sul Papadopoli, con cui, dopo quelle due sere, non m’incontrai più. Da Roma egli partì pochi giorni dopo, e non seppi più nulla di lui... Il mio racconto è semplicissimo, senza pretese di sorta ; ma tuttavia può avere qualche interesse per i suoi conterranei, perchè dimostra che questo attore drammatico, nonostante tutti i difetti attribuitigli, poteva, per il suo patriottismo rimasto incontaminato fino all’ età più tarda, stare di pieno diritto a fianco dei suoi più illustri concittadini. Ad uno che come lui. ha molto amato la patria molto dev’ essere perdonato. Del resto, può darsi che non gli si debba poi perdonar troppo. Come al Papadopoli attore, di cui qualcuno s’ostinava a non riconoscere il reale valore artistico, aveva reso giustizia Nicolò Tommaeo scrivendo che « con un cenno egli rendeva un carattere e con una modulazione di voce una scena », così a