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Fanfani possa dire, scrivere, pensare di me ; ma, quando io vedo recata contro di me la sua parola, e questa parola può lasciar credere che io non abbia fatto altro in mia vita che dar noia a Lei e veniile intorno molesto, il mio onore richiede eh’ io Le domandi qual peso Ella abbia inteso dare alle sue parole, che, per ora, debbo considerare come profondamente ingiuriose ad un uomo, il quale, pur dissentendo da Lei in cose gravi, Le ha sempre mostrato animo devoto e riverente.
      E con quest' animo stesso desidera rimanere
                                                          Il	suo ossequente
Firenze, 18 marzo 1874	ANGELO DE GUBERNATIS. »
     Non c’ è più in questa lettera il De Gubernatis d’ altri tempi. L’intrigo, 1’ orgoglio, la cattiveria umana avevano cambiato il suo animo devoto e riverente. Il Tommaseo alternava in questo tempo il soggiorno di Lugano con quello di Settignano, e non voleva sapere più niente.
     Contrariato da questo contegno, il De Gubernatis diviene sempre più furioso, dimentica tutto ciò che doveva al Tommaseo e, attaccato nei giornali, scrive indegnamente al Tommaseo:
            « Illustre Signore,
     Ricevetti l’ambasciata di mia sorella ; e non so comprenderla. Che mi manda Ella a dire per essa ? Che io La lasci in pace ; ma eh' Ella non desidera nulla.
      Occorreva, per codesto, disturbare mia sorella ? Nè io La invitavo già a disdire, ma a spiegare frasi che, staccate come si trovano nel libro del Fanfani, possono far credere che io sia venuto in casa sua a commettere qualche grande villania : trattare non degnamente con Lei, abusare della sua pazienza, sono frasi equivoche, le quali, gettate là senza alcuna spiegazione, al pubblico eh' Ella non sa come sia in collera con me, perchè, critico, ho osato adoperare riverentemente la critica con un critico, possono parer calunniose.
      Ella, scrivendo al Fanfani, giudicava con eccessiva intolleranza il mio diritto di scrittore, ma certo non intendeva calunniarmi ; ma vi sarebbe calunnia ov’ Ella, sapendo ora come quelle frasi isolate siano state lanciate contro di me, senz’ alcuna spiegazione, non dichiarasse od a me in privato od in pubblico eh’ Ella con quelle frasi intese solamente esprimere il suo dispiacere per la biografia che scrissi di Lei, la quale, die’ Ella, essere stata ragione perchè non leggesse più la mia Rivista, che io so bene com’ Ella non leggeva nè pure prima. Ma questa è una miseria eh’ io non voglio raccogliere, è che Le ho fatto avvertire solamente perch’ Ella si persuada anche meglio s’io ho ragioni d’esser contento della parte che il Fanfani, per amore di scandali, Le ha fatto far verso di me. Le ripeto che degli improperii del Fanfani non cn' importa e non m importerà mai nulla, come non m'importa se qualche buffone in livrea venga, mascherato, a svillaneggiarmi, ed anche, se gli piace, a calunniar-