6 una rigenerazione dei costumi, nell’acceso fervore di un grande ideale umano e patriottico, che ne esaltasse le creatrici energie. E l’interesse per i suoi scritti crebbe, si diffuse in più larghi strati, e si cominciò a riesumare i ponderosi volumi, che trattano di ogni argomento, che affrontano e sviscerano i più disparati problemi, con competenza, con ardore polemico, con passione ribollente, con una novità di pensiero e un’ audacia, che turbano, sconvolgono, respingono anche, ma non lasciano mai indifferenti ; perchè provocano sobollimenti di affetti e d’idee, ammirazione e ribellione ad un tempo, nel lettore, che si sente compenetrato e pervaso da un soffio di superiore animatrice potenza. E questo nuovo interesse, nei tempi nuovi, si andò via via alimentando colla pubblicazione postuma di lettere e scritti polemici, che, dissepolti, parlarono ai posteri con voce risorta, con linguaggio vibrante di una viva, umana, dolorosa sincerità ; segno della perpetua vitalità del suo spirito, che in un atmosfera quasi mistica, in cui si esaltavano le virtù volitive e morali dell’animo, riaffiorava profetico e impressionante di attualità. Tale fu la sensazione che si ebbe, quando per il cinquantenario di sua morte, fu tratto in luce e pubblicato per la prima volta quella specie di testamento morale, letterario e politico, eh’ è La Nazione educatrice di sè^1) in cui si trovò indicata, col vigore consueto di critica, e con lapidaria potenza di stile, la strada della rigenerazione nazionale, quale già si profilava all’orizzonte politico e civile d’ Italia : “ Gli Italiani debbono più veracemente conoscere se stessi e i fratelli, riconoscere il bene ricevuto e dai dimenticati maggiori e dagli ignoti presenti, riconoscere il male che fecero, e fanno e lasciano fare e che lasciano. Debbono gli Italiani, se attendono non per canzonatura essere liberi, educarsi ad acquistare piena la memoria della vita propria, piena la coscienza. Or della libertà essi non hanno nè coscienza nè lucida idea Gravi parole queste di un Dalmata alla Nazione italiana, che risuonarono terribilmente profetiche, nell’ ora in cui quella, (') N. Tommaseo: «La Nazione educatrice di sè ». Opera postuma edita per la prima volta da G. Guidetti, Reggio Emilia, 1922.