20 Da quanto precede risulta che 1’ opera del Barlezio ebbe una larga fortuna, la qualcosa prova ancora come fosse conosciuto il nome del protagonista dell’ opera stessa, Scanderbeg, simbolo glorioso, nel XV secolo, delle lotte incessanti tra Cristiani e Turchi, i quali ultimi con le loro imprese vittoriose, avevano seriamente impressionato la nostra civiltà, coltivando progetti di espansione senza limite. Il Pali si addentra quindi nella divisione e nel riassunto delle opere, soffermandosi naturalmente in principal modo sulla storia dell’ eroe albanese. Ne analizza particolarmente ogni libro e discute sulle cose più importanti, ricordando nell’ ultimo libro col nuovo ritorno in Albania di Maometto II la restaurazione fatta dal Sultano dell’ « Urbs Valmorum », com’ era allora chiamata Elbasan. Lo studio accuratissimo delle fonti cui ricorse il Barlezio forma uno dei capitoli evidentemente più difficili e complessi cui si sia dedicato il Pali per 1’ « Assedio di Scutari » nel quale vengono elencati i ricordi personali che costituiscono il fondamento del lavoro e quindi la parte più originale e più pregevole, in quanto egli scrive in qualità di testimone delle vicende giornaliere accadute intorno a lui. Sono poscia sorgente di pregio le fonti orali, deducendosene che molto dovette a tal riguardo raccogliere dai suoi informatori. Da ultimo il Pali studia le fonti scritte utilizzate dal Barlezio per le quali egli si rivela un ottimo conoscitore dei classici, tanto greci quanto latini e bizantini, sebbene per gli uni e per gli altri qualche volta dissenta da loro e dia notizie assai diverse, come, per esempio, sulla tradizione della fondazione della cittadella di Rosafa. Il Pali tiene poi a mettere in evidenza i riferimenti dei quali il Bar-lezio si valse del Merula (Bellum Scodrense) e di altri, di cui riporta i passi in confronto a quelli lasciati dallo Scutarino e accenna diffusamente e con la solita profonda chiarezza e competenza alla cronaca del Beci-chemi della quaie si valse senza citarlo. Nell’ esame della « Storia di Scanderbeg » il Pali si comporta come nell’« Assedio », ragionando ugualmente sulle medesime categorie d’informazioni : ricordi proprii, notizie orali, fonti scritte. Mentre il Barlezio compose evidentemente 1’ « Assedio » valendosi in principal modo della propria esperienza, nella storiografia del Castriota si trovano invece poche reminiscenze proprie, poiché Io scrittore non fu partecipe alle gesta dell’ eroe. Quindi non può parlare sulla base di ricordi personali e soltanto sulle allusioni intorno all’ assedio di Scutari e nella descrizione sommaria delle varie regioni e località dell’ Albania, che aveva visitato. Si deduce da ciò che il Barlezio scrisse la storia del leggendario Albanese, servendosi generalmente delle fonti orali e utilizzando elementi forse in gran parte scutarini « degni di fede » (vicini, perciò, come il nostro Sacerdote, al teatro delle azioni di Scanderbeg) che avevano preso parte alle spedizioni del grande condottiero e tra i quali sta al primo piano Pietro Angelo con