64 ria dalmata, come espressione della reazione cristiana e latina contro la barbarie orientale. Cinquant’anni fa, a merito del compianto vescovo di Sebenico A. G. Fosco, Niccolò Tavileo venne beatificato. Nell’ intento di affrettare la canonizzazione, i francescani conventuali di Spalato hanno pubblicato un opuscoletto, dal quale si apprende il desiderio dell’ordine di avere San Nicola Tavilic come patrono di tutta la nazione croata. Considerando questo avvenimento dal lato storico, è anche per noi una compiacenza il poter rilevare che tale onore sia toccato proprio ad un dalmata. DlKA MARJANOVIC-RADICA;: Dalmatinska Kuhinja. Sinj, Domacinska skola, 1939. Pare che la Dalmazia voglia salire a una certa rinomanza, anche nell’arte culinaria. Che ci fosse una « cucina dalmata », ossia un modo particolarmente dalmato di preparare certe vivande e pietanze, lo si sapeva. Ora la direttrice di una scuola di economia domestica ha raccolto 730 ricette, intitolandole appunto « Cucina dalmata ». Chi userà questo libro s’accorgerà dalle ricette e dalla terminologia, quanto profonde siano penetrate le usanze ita- liane anche nella vita domestica della popolazione dalmata. Nella rivista « Termini » di Fiume (fase, di ottobre 1939) Enrico Burich, professore di lingua italiana a Colonia s. R. ha pubblicato una lettera di Niccolò Tommaseo, scritta a Venezia il 26 agosto 1849, subito dopo l’infelice esito della rivoluzione capeggiata da Manin, e diretta al diplomatico prussiano Alfredo Reumont. In questa lettera il Tommaseo ricorda come ogni italiano intelligente abbia saputo distinguere fra gli Austriaci e i Tedeschi, odiatori dell’Italia i primi, leali i secondi Nel giornale « Glas Boke » (La voce delle Bocche) che si pubblica a Cattaro (12 dicembre 1939) ¡1 canonico Don Niko LUKOVIC ricorda Tre opere d’ arte di Francesco Salghetti-Drioli, pittore zaratino, esistenti alle Bocche e precisamente: la pala dell’altare di S. Michele Arcangelo nella chiesa cattolica di Risano; la pala dell’altare di S. Giovanni Battista a Glogovac e una copia dell’ « Addolorata » di Carlo Dolci, conservata nella Cattedrale di S. Trifone a Cattaro. o. r.