contemplazione, purezza, equilibrio, e il torbido fiottare del senso, che gli frantuma a tratti ogni interna coesione ; sicché la sua psiche ha oscuri rigurgiti, si spezza e si svia, in un continuo dirrompersi della sua unità spirituale, con insoddisfazione e interiore travaglio. “ Io son peccatore ; ricasco, ma sorgo, e non senza dolore nè espiazione è il mio fallo ! „ (1). Antitesi sempre viva e rinascente, eh’ egli supera con un atto di dedizione incondizionata, gettandosi, vinto nella carne e nell’orgoglio, ai piedi della croce, dietro la quale si apre profonda la notte del Golgota, al cui mistero egli aderisce con una intimità e un trasporto di apostolo. Così che la sua anima si fa una e compatta, per dirrompersi ancora in pena e in tormento, solo attraverso Dio, la fede, l’amore, che raccostano e cementano finalmente i frantumi del suo mondo ideale nel fervore del divino. Tutto emana, come mistica pioggia, da esso, e, intorno ad esso, si accampa e congloba il suo scibile, in una sfera ardente, che riscalda ed illumina, come un sole ideale, 1’ uomo e la vita. Ma la sua fede non è luce che rischiara e pacifica, bensì dura disciplina morale, sociale e politica, per cui si afferma ancora una volta la sua tempra volontaria e possente, come signoria dello spirito sul senso, con l’orgoglio di non accettare la vita qual è, ma di piegarla ed ascendere verso il cielo e le cime, anche a costo di ricadere spezzata per sempre. 11 santo, nato per virtù congenita, è un fenomeno irrilevante nel dramma dell’ ascensione spirituale del mondo- La santità è il paradiso, che risfavilla sull’ inferno debellato ; è lo spirito, che ritorna a sè dall’ abisso della dimenticanza e si sitrova, ma con tutti i segni e le piaghe dell’amara lotta sostenuta e vinta. E il Cristianesimo, non bisogna mai dimenticarlo, è per il Tommaseo una posizione conquistata aspramente, a superamento dei suoi dissidi interiori, che, proiettati sullo sfondo assoluto, si placano, come in mistico porto ; ond’ egli si getta alla credenza più intransigente e integrale, quanto maggiore è in lui (') Carteggio fra N. Tommaseo e G. Capponi. Zanichelli, 1911, p. 244.