25 lioni (sic) di Abitanti, che il Genio di Napoleone ha portati al più alto Grado di prosperità e di Gloria. « Voi avete per garante d’un governo giusto e benefico, 1’ amore dei Popoli d'Italia per il loro Vice-Re, e per quel giovine Principe, le di cui Virtù hanno prevenuto 1’ età della Saggezza. « Bravi Dalmati ! « Incaricato di far eseguire fra di voi le generose intenzioni del Nostro Augusto Sovrano, ogni mio momento sarà consacrato a questa onorevole occupazione. « La forma del Governo nella Dalmazia, l’andamento di tutti gli affari rimarranno provvisoriamente come lo erano per il passato. « I Signori Impiegati resteranno al loro posto. « La giustizia verrà amministrata ed ogni atto delle rispettive Autorità rilasciato in nome dell’ Imperatore dei Francesi e Re d’Italia. Zara, 20 febbraio 1806. Molitor ». Il grosso dell’ esercito al comando del generale Molitor, a cui era addetto il generale Lauriston, quale commissario per la consegna delle piazze, proseguì alla volta di Dernis, Sebenico, Traù, Spalato, Macarsca e la Narenta, e lasciate dovunque le necessarie guarnigioni si preparò a prendere possesso delle Bocche di Cattaro. Non era questa un’ impresa molto facile perchè i francesi si trovarono di fronte ai russi che nel frattempo si erano impadroniti delle Bocche: Una flotta russo-turca durante la guerra della seconda coalizione aveva cacciato i francesi dalle isole Ionie, che i russi fortificarono quale base navale di un’ operazione di sbarco nel regno di Napoli. La vittoria di Austerlitz fece sì che i russi abbandonassero quest’ idea e rivolgessero tutta la loro attenzione alla Dalmazia. Una squadra russa formata da dieci vascelli di linea con varie fregate, corvette e brik, comandata dal vice-ammiraglio Siniavin e fornita di 6000 uomini di truppe da sbarco, entrò nelle Bocche di Cattaro prendendo possesso di Porto Rose. Il marchese Ghislieri, commissario plenipotenziario del governo austriaco, che era rimasto a Cattaro per consegnare le Bocche (forti) ai francesi in esecuzione del rispettivo trattato, si accordò con Siniavin e gli consegnò la piazza, dichiarando che era tenuto a conservare la città solo fino al 29 febbraio. Napoleone si irritò moltissimo per questa cessione che complicava l’occupazione totale della Dalmazia e scriveva al principe Eugenio il 24 marzo 1806: «Accrescerete senza dar possibilmente nell’occhio il corpo del generale Marmont di due reggimenti di cavalleria e d’ un reggimento di fanteria. Spedite, ordine al generale Seras in Istria di tener raccolte le sue forze, e la sua divisione composta del 13° di linea e 8° di fanteria, senza dar nell’ occhio, deve tenersi pronta per marciare su Trieste, se l'affare