Bibliografia Dalmata Nella Nuova Antologia di Roma del 1 agosto 1939 Oscar Randi ha pubblicato un articolo sugli « Scambi culturali italo-jugoslavi », del quale riportiamo la conclusione : « Per dare nuovo impulso a questi scambi occorrono poche cose : coraggio, buona volontà, un cenno dall' alto, qualche sussidio finanziario e intelligente obbedienza da parte degli organi esecutivi. « Chi scrive queste righe pubblicò nel 1922, quando ancor fiammeggiavano lampi e fulmini sul cielo dell’ Adriatico, il primo libro sul Regno degli SHS. Non gli sono mancate critiche da una parte e dall’altra, ma il libro fu presto esaurito. Segno che la sete di conoscere era generale. « Il movente ideale del libro era stato questo ; una Nazione, come l’Italia, rigenerata dal Fascismo, non poteva ignorare la vita del suo nuovo vicino. Non era quindi un venir meno ai sentimenti patriottici, ma anzi un dovere quello, potendo, di colmare una dolorosa lacuna della cultura italiana. « Oggi, dopo la conquista dell'impero, la visuale degli Italiani si è fortunatamente allargata. Ad un italiano non basta sapere il francese, l’inglese, il tedesco, lo spagnolo : È assolutamente indispensabile avere delle cognizioni, sia pure rudimentali, delle lingue e del mondo slavo. Lo sloveno, il croato, il serbo, vicini al nostro confine orientale e che possono essere appresi sul posto, costituiranno una buona premessa per apprendere poi qualcun’altra delle lingue slave più evolute e diffuse. « E viceversa, anche gli Jugoslavi, che conoscendo da prima il tedesco, si sono dati ora con ardore allo studio dell’ in- glese e del francese, a mezzo dei cerchi e delle « Società degli amici dell’ Inghilterra » e « dell’ America », lautamente sovvenzionate dall' estero, non possono chiudere gli occhi di fronte alla nuova luce che viene da Roma. Da Roma, specialmente i Croati, hanno ricevuto in altri tempi la religione, gli usi civili, il diritto, e in tempi recenti, tutti gli Jugoslavi, 1' esempio e l’incitamento alla libertà nazionale. « Italiani e Jugoslavi sull’Adriatico non possono vivere estranei l’uno all’ altro. Il conoscersi è una necessità assoluta, vitale, per il loro avvenire ». s. n. Lagosta■ Nella Rivista Nautica ♦ Jadran-ska straza » di Spalato, il prof. P. Skok dell’università di Zagabria va pubblicando dal febbraio 1939 in poi una serie di articoli di etimologia toponomastica dalmata dal titolo : Il problema della romanità e dello slavismo sulle nostre coste. Questo studio è una continuazione di quello pubblicato anni fa in un volume dal titolo « La calata degli Slavi verso il Mediterraneo ». Con riserva di riparlare di questo nuovo lavoro quando, probabilmente, gli articoli saranno raccolti in un altro volume, riportiamo oggi alcune notizie su Lagosta, che è l’unica isola della Dalmazia centrale posseduta dall’ Italia. (Fascicolo di settembre 1939). Il nome odierno di Làgosta (Làstovo) sarebbe, attraverso varie corruzioni, un adattamento dell’ antichissima Làdesta, di origine illirica (liburnica). La forma italiana (veneziana) di Lagosta sarebbe una contrazione di Lasta Augusta ; quella slava di Lastovo un adattamento di Lasta col soffisso slavo ovo■