8 di suicidarsi per un amore infelice. Si seppe anche (a Zara, città piccola, si viene a sapere tutto, pure senza volerlo), chi fosse stata la bella biondina che, inconscia, aveva provocato col suo sorriso innocente tanto disastro. Fu uno scandalo ; in una città morigerata, come Zara, mai era accaduto, a memoria d’ uomo, che un ragazzino nel terzo lustro di vita, volesse troncare i suoi giorni. Poi l'episodio svanì; ma certo il nostro Bepi ne deve avere avuto pregiudizio nella regolarità degli studi. Per dar risalto al suo temperamento e alla tragedia passionale della sua anima, svelerò un’ altra ragazzata erotica, commessa dal Marussig nel quarto lustro di età. Ho esitato, perchè nel secondo periodo della sua vita, a Roma, ha avuto ogni cura di tenerla celata, anche agli amici più intimi. Ma oggi che le ali della morte hanno avvolto tutto il suo essere, credo che Marussig stesso non si adonterebbe della rivelazione, che dopo tutto non intacca il suo carattere, nè la sua intelligenza. A questo strappo mi sento indotto anche da un’ altra circostanza : Nel libro « 1 due specchi », Marussig ha pubblicato una novella « La verità » che un lettore, ignaro della sua biografia, potrà trovare soltanto commovente, ma che a me ed a qualcuno dei suoi amici fa l’impressione di una confessione, amara e profonda. Le scene e i dialoghi fra il padre e il figlio, che parlano del suicidio, e tra il figlio e la madre, contengono assai meno fantasia inventiva di quanto possa sembrare. Anche F. M. Martini si serve nella prefazione al libro proprio di spunti presi da questa novella per sfiorare certi misteri dell’ anima del Marussig. Orbene : Marussig aveva indubbiamente buon gusto in fatto di grazia femminile ; e anche questa volta mise gli occhi su di una delle più belle ragazze di Zara : bruna di capelli, Bianca di nome. Però ... se il nostro Bepi non era brutto e non mancava di una certa prestanza mascolina, che avrebbe potuto innamorare, non era un Adone da far accendere all’ altro polo della corrente erotica una fiammata, pari alla sua, colla rapidità fulminea del « Ti vidi e t’ adorai ». Inascoltato, ricorse al suicidio civile di rinchiudersi nel Convento dei frati francescani di Zara. Ci sono parecchie persone che lo ricordano officiare in seconda ed in terza agli altari della Chiesa di S. Francesco o scodinzolare il saio bruno nelle passeggiate che la camerata di fraticelli novizi usava fare, cogli occhi bassi e colle mani incrociate. Quanto tempo rimase in conveuto ? Non ho potuto precisarlo ; certo molti mesi, ma pochi anni. Non prese gli ordini religiosi. Ne uscì alla chetichella, com’ era entrato, per passare, probabilmente d’ un balzo, nel reclusorio del servizio militare austriaco. Alcuni suoi ex-condiscepoli ritengono che in ogni caso non sarebbe rimasto a lungo in quel convento perchè s’era urtato col priore, un politicante croato. Comunque, la grande guerra, scoppiata nell’agosto 1914, travolse anche lui, che si trovava proprio nell’età degli obblighi di leva.