32 « Dissi molto finora, o Dalmati, eppur poco dissi in confronto del faustissimo annunzio a voi particolarmente diretto dal beneficentissimo nostro Sovrano. Egli nell’ Imperiale suo Decreto dei 29 decorso Aprile, tra F altre disposizioni in proposito della Dalmazia, dice che sarà governata « sotto quelle Leggi, che Egli crederà più adatte alle circostanze locali del paese e al benessere de’ suoi abitanti ». « A queste sacre parole, e così favorevole ed opportuna predilizione, quanto giubilo nostro, quanta gratitudine vostra, quante comuni speranze ! « Prima di prendere il solenne possesso della mia carica, mi porterò io stesso sopra tutti i principali punti della provincia, per riconoscere cogli occhi miei tuttociò che d’ uopo avesse delle paterne cure del primo vostro Magistrato. « Dalmati Valorosi, i vostri interessi sono oggimai divenuti miei propri, e nessuno impunemente li tradirà. E come mai avrei potuto col sacrificio di tutto me stesso accettare quest’ alto incarico, senza essermi prima assicurato che, venendo tra voi, sarei stato il padre vostro, il vostro amico ! « Troppo foste sinora infelici. Una politica timida, barbara e sospettosa poteva sola per tanti secoli, anche in seno a tranquilla pace, tenervi oppressi e miseri. Ella sola poteva sopra così bel suolo, sotto clima sì dolce, malgrado le vostre sì favorevoli disposizioni morali, far guerra alla stessa natura ed all’ umano intelletto, per rendere sistematicamente spopolata la provincia, deserti e squallidi i vostri campi, e le menti vostre compresse ed inerti. Tempi di tanta calamità non verran più : ed io avrò sempre dinanzi agli occhi le disgrazie che avete sofferte, le gesta vostre e la primiera vostra grandezza. « Come potrei io mai sopportar lungamente senza afflizioni del mio cuore, e senza mancanza a’ miei doveri, che un vetusto Popolo sì bellicoso ed illustre, parte attuale del più possente Impero della terra, viver dovesse così infelice in confronto di tanti popoli soggetti al maggior dei Monarchi, a quel Monarca che nella sua, direi quasi, onnipotenza, immagina, medita, dirige e fissa i principi e i modi di universale politica e morale rigenerazione ? E come mai la sensibile anima grande dell’Augusto suo Figlio, il nostro amatissimo principe Viceré, soffrir potrebbe di non veder migliorata ben presto la vostra fisica e moral condizione? « Dalmati Generosi, interprete dei vostri bisogni, io porterò sempre con amore e fiducia appiè del Trono le sincere istanze per tuttociò che a voi possa convenire e giovare. «Vi ripeto che mi è d’uopo del vostro zelo e della vostra confidenza. Aggiungo che or mi sarebbe di peso la vita se far non potessi il vostro bene: e finisco col dirvi che Sua Maestà avrebbe potuto scegliere un uomo più di me fornito di lumi, ma non da più fervido sentimento compreso e da migliori intenzioni animato. « Il presente Proclama sarà affisso in tutti i luoghi pubblici, e alle