21 tale della sua penna. Le sue pagine, il suo stile, il suo vocabolario sono tutta una professione di fede italianissima. Fatti, sentimenti, e non parole. Da uomo serio. Che con serietà vive, e con serietà muore. In piedi, come Argante. 10 ero lontano, quel giorno, dal suo letto di agonia. Ma so che il suo spirito non ha vacillato per un solo momento. Come un buon combattente ha sorriso alla morte: come un buon cavaliere ha alzato il bicchiere fino all'ultima ora salutando le dolci amiche che lo assistevano : come un buon cittadino ha fatto onore alla sua bandiera, pronunziando, come in un testamento riassuntivo, queste parole : — la nostra bella Italia ! Poi ha ripiegato il capo sul guanciale. Passato così finalmente, pacificato, dal combattuto confine al reame della sua patria ideale, porlandosi, in questo saluto, tutta la Dalmazia dalla nostra parte, non smentendo la sua fede fino alla ora ultima. 11 che vuol dire : ben vivere, e ben morire. * * * Ma che vuol dire « morire » ? Finché, oltre il nostro passaggio terreno, qualcuno ci nomini, qualcuno senta balenare la nostra imagine nel ricordo, rievochi nel cuore una nostra parola, un nostro gesto ; senta al fianco la nostra ombra, come una presenza: noi viviamo. Questa è la messe che si raccoglie del seme che gettammo, giorno per giorno, nei solchi della vita, e che perisce oltre la morte. Guai ai dimenticati ! Ora io so che Giuseppe Marussig può contare su questa vita che noi gli daremo. Può contare sui compagni, coi quali fu più che camerata: sugli amici, coi quali fu più che fratello. Qui sono raccolti i suoi libri : e qui resteranno. Qui c’ è un uomo al quale egli fu devoto e riconoscente come un padre. Parlo del dott. Mendes, che ha voluto, con questa rievocazione, testimoniare ancora una volta, al suo e al nostro amico, la sua umana attenzione. A nome degli amici di Marussig, a nome degli scrittori italiani, per il vigile accudimento che avete offerto, per anni, alla sua carne mortale, per la custodia che offrite, nella vostra casa, alla sua memoria, permettete che vi ringrazi dottor Mendes. So di interpretare, con queste parole, il sentimento di Giuseppe Marussig, e di tutti i presenti. Cesare Giulio Viola