55 Nel 1348 era vice priore di Vrana (ed in seguito doveva divenire priore) fra Baldovino Cornuti, il quale si rivolse a Nicolò, bano di Croazia e Slavonia, lagnandosi d’intenzioni ostili di Venezia verso di lui ; approfittava della sua posizione speciale in quanto fratello di Pietro Cornuti, priore per V Ungheria e la Slavonia. (') In seguito (2) priore di quei cavalieri divenne Giovanni di Palisna (anche Gianco di Palixan), il quale riuscì ad ottenere oltre al priorato di Vrana, la contea d' Ostrovizza e largo potere tanto in Dalmazia che in Croazia ; allora i cavalieri di Vrana divennero così potenti da figurare primi tra i grandi feudatari della Dalmazia quali i Neplizio di Tenin, i Subich di Bribir, i Crussich di Clissa, i conti di Cettina, anche per il fatto che al potere temporale univano l’ascendente sulle anime. E questo è il periodo più splendido della storia del castello di Vrana. (3) Al Palisna si attribuisce il piano di aver voluto assumere il potere della Dalmazia settentrionale e della Croazia per cangiare il vecchio titolo di priore in altro più altisonante, ed in seguito di consegnare il vasto territorio al bano di Croazia, suo nipote. È ben vero che non gli riuscì la conquista di Zara, ma il Palisna era certamente uomo da realizzare grandi piani e fino a un certo punto vi riuscì. (*) Egli deve aver rinforzato l’antico castello, che se anche non aveva 1’ estensione che risulta dalle odierne macerie, era cospicuo per le torri e le mura, mentre tutto intorno correva la fossa. Serie precauzioni si appalesavano indispensabili perchè il Palisna favoriva la causa di Carlo, duca di Durazzo, contro le legittime regine d’ Ungheria Elisabetta e Maria. Era riuscito anche a tirare dalla propria parte la maggioranza della nobiltà di Zara; per questo motivo fu deposto, le regine vennero in Dalmazia e dopo quattro giorni d’assedio presero il castello di Vrana, col Palisna. Questi dovette acconciarsi a giurare obbedienza e venne perdonato. (5) Ma lo scacco deve averlo invelenito facendogli aumentare le precauzioni d’ ogni sorta. L’ ornamento più bello del maniero era la sala principale, che riceveva la luce da quattro finestroni gotici le cui invetriate a colori contenevan disegni riproducenti i fasti dell’ ordine. (6) In questa fu conchiusa la congiura, che doveva dare al Palisna trista fama, (') Smiciklas : op. cit., XI, 438 e 444-445. (2) Anche nel 1350 ricorre un « praeceptor Vranae » nella persona di Marcolino di Ancona (ibid., XI, 566). (3) Lago, II, 369. (4) id. 370. (5) «Prospetto cronologico della Storia della Dalmazia», 173. Lago, I, 252-53. Maschek, 1872, 84 al 1383. (*) Bianchi : « Zara... », II, 364.