boiane, specie di sardine pescate nella Boiana), candele di sevo, formaggi salati, salami, prosciutti ed altre cose di simil genere, si vendevano in casotti di tavole o su semplici banche (1). Di questi posti ce n’ erano di mobili « cose trascurabili per la qualità e per mancanza di titoli » e di stabili, piantati su pali ; di questi ultimi alcuni erano legittimi, altri abusivi. Gli abusivi erano pochi (otto) e di data assai recente, sorti quali cantieri per la fabbrica della chiesa della Pietà (1741) e tollerati poi per riguardo all’ opera pia, che ne traeva una rendita di circa 400 ducati. I legittimi erano numerosi e derivavano o da investiture o da concessioni, non tutte dimostrabili come quello degli Erizzo ereditato da Andrea Navagero e quello di Andrea Giulio Corner ; due appartenevano al Partito o Società del Manzo, che ne contava 22 in tutta la città, tre a quello del Castrato. Due si trovavano sul Ponte della Paglia, gli altri sulla Riva, ed in tutto erano 12. I concessi invece erano più numerosi, anzi in un certo momento non ebbero limite, e appartenevano tutti a genti o a individui schiavoni. Anche di queste concessioni non esistevano traccie, nè presso i Magistrati nè in mano degli utenti, onde non si sapeva bene se l’Autorità in passato avesse « loro concesso unicamente di vendere sui loro Legni, « oppure di vendere in terra ». Dieci spettavano « alle cinque nazioni di Cattare, Traù, Spalato, Se-benico, Zara », otto, dieci e talora anche più ai territoriali di Cattare, cioè ai Dobrotani e ai Parzagnotti, ai quali veniva nel 1726 concesso F uso promiscuo della Riva con i Cattarini, contro la volontà di questi che non li avrebbero voluti fra il Ponte degli Schiavoni (del Vin) e della Madonna (Pietà), perchè s’ erano sottratti alla « fazione » in comune. Da quanto si è detto è lecito arguire quale chiasso dovesse venire da tutta questa gente sempre in rissa, poco disciplinata, che era giunta a macellare sulla Riva liberamente, in barba alle leggi, giacché nel 1768 ciò era proibito e fu giocoforza ripetere la proibizione più tardi. 11 vicinato (i) Cornaro, op. cit. pp. 153 e 154; Sansovino, op. cit„ p. 34; Rompiasio, op. cit. pp. 165, 167, 168, 169, 180 ; Pavanello, La strada e il Traghetto della Fossetta (strade, traghetti e poste della Rep. Veneta) in Ateneo Veneto a. 1906, p. 302 e seg. ; Quadri, op. cit., p. 115; Molmenti, op. cit., voi. Ili, p. 30; Pilot A., La bottega da caffè, Venezia, Zanetti, 1926; Damerini Gino, Giardini sulla Laguna, Bologna, Zanichelli, 1927 p. 122; Lo-RENZETTI op. cit. — 19 —