Vendendo le aree interrate se ne sarebbero tratti ducati 220.950, e, poiché non se ne sarebbero spesi più di 93.840, ne sarebbero avanzati 127.470, « buoni da cavar li canali atorno », chè di scavi c’ era grande bisogno (1). Nel secolo XIV il Canal Grande era così interrato che a Rialto specialmente il fetore riesciva insopportabile a quanti ne frequentavano il mercato (1321) e qua e là si potevano fare degli orti « quod fieri possent « orti super dicto canali » (1390). Nel secolo XV (una pianta di questo secolo nel nostro Archivio di Stato ce lo dimostra) vi esistevano già dei veri « polexini » o isolotti, non meno che nel mezzo del Canal della Giudecca. Le proposte di cavafanghi e progetti non mancavano. Nel 1402 era un prete Giovanni di Parma, piovano di S. Maria di Codroipo, nel 1456 un Antonio di Francia, che ne presentavano alla Signoria. Ma s’ era fatto poco o nulla ; le deliberazioni di scavo, fra le quali è importantissima quella del 1462 da me pubblicata integralmente nel commento al M. Cornaro, non avevano avuto mai una esecuzione completa ; anche nel 1485-6, al tempo del doge Barbarigo, in seguito a una gravissima pestilenza, si era proceduto solo allo scavo « dal « Fontego (Fondaco della Farina a S. Marco) fin all’ Ospedal della Pietà », onde, è naturale che nel 1546 in Collegio delle Acque i lamenti si rinnovassero più alti (2). La cintura ideata dal Sabbadino avrebbe dovuto girare tutt’ intorno, incominciando da S. Marco, per S. Antonio, S. Anna, le Vergini, 1’ Arsenale, S. Francesco, S. Giustina, via via fino a S. Girolamo e al Corpus Domini, dove si sarebbe interrotta per riprendere da S. Chiara per S. Marta e continuare per le Zattere alla Dogana, ripiegando entro il Canale fino a S. Gregorio. Nella Giudecca avrebbe dovuto andare da S. Biagio Catoldo a S. Zuane, di fronte a S. Giorgio ; e in quest’ isola, poi, si sarebbero relegati gli « squeri » privati, che in modo particolare lavoravano a S. Antonio e a S. Gregorio, come si legge nei Diarii del Sanudo. Il 28 febbraio 1496 a S. Gregorio si vara la nave di Gerolamo Tiepolo, andata poi in Fiandra col patrono Polo Foscari « nave bellissima di portada (1) Vedasi tav. III. (2) Questa pianta è stata pubblicata anche di recente nella già cit. Monografia sulla Laguna; Cornaro, op. cit., pp. 154-157; Cecchetti, op. cit., to. XXVII p. 326, to. XXIX, p. 48. — 14 —