S. Giovanni Novo (1321); e ciò che non si interra, si scava, come la piscina di S. Martino, per il bene dell’Arsenale e della salute pubblica. Per la salute pubblica e per il commercio, si provvede del pari a liberare l’arteria d’acqua principale, da S. Croce a S. Marco e dal ponte di pietra di S. Marco (della Paglia) a Castello (1321). Nel 1322, essendovi stata una grande carestia, si trasformano i salari posti dietro la chiesa di S. Biagio e sulla riva della Bragola, in granai, disponendo che non vi si ancorino altre navi che quelle di grano, perchè qui, come abbiamo accennato c’è la dogana e vi si carica di tutto, anche cavalli, arrivando i forestieri a Venezia con essi, per consuetudine oltre che per giostrare in piazza S. Marco, tanto che nel 1366 si invitavano bellamente Amedeo VI e Gian Galeazzo Visconti a non condurre più di 500 uomini e 50 cavalli, non essendovi stalle sufficienti ed assicurandoli che ne avrebbero trovati. Le stalle ducali in Terranova, quelle dei privati, gli alberghi, specialmente quello del Serpe al Ponte della Paglia, n’erano fornite. E poiché si attende febbrilmente ad ampliare di nuovo l’Arsenale (era stato ampliato certo una volta nel 1304, ma forse anche prima, perchè nel 1224 si ampliava il suo rio), dove si è acquistato per ciò il lago di S. Daniele da quei monaci, che vi avevano un mulino a due ruote, e fa difetto il materiale, si costruiscono nel terreno vuoto dello stesso S. Biagio, a spese del Comune, due fornaci (1327). Edilizia e movimento continuano : nel 1323 si ordina la sospensione del passaggio ai cavalli sul ponte di S. Biagio detto anche ponte delle Ancore, perchè in pericolo; e, fatto più importante, anzi capitale, nel 1324 tutta la Riva viene selciata dal « ponte di pietra » di S. Marco (quello della Paglia) a Castello. Nuovi progressi si fanno nella seconda metà di questo secolo e sempre con l’idea del decoro congiunta a quella dell’ utile « Cum sit honor civitatis « ipsam ornare et vitare contrarium ornamento ». A Terranova si distruggono i cantieri e si edificano, come a S. Biagio, altri granai (1340-41); accanto ai granai, che servono anche da serraglio per leoni e da Gabbioni per prigionieri durante la guerra di Chioggia, dei forni, « i forni de Chomun in chavo de Terranova » i quali nel 1462 funzionano sempre. Si costruisce, in pietra e a volta, sul rio della Procuratia il ponte di Terranova, prima isolata (dov’ è 1’ attuale ponte piano in ferro) che sarà detto della Pescaria dalla contigua vendita di pesce (1339) ; si gettano le