Avvenuta la completa fusione, questa Riva incomincia a diventare oggetto di particolari cure da parte dello Stato. Nel 1270 vietasi di far bollire la pece, di piantar pali, di calar ancore, da S. Marco alla Bragora, più brevemente, di tramutarla in cantiere (1). Poiché è tutta un « arzanà » questa Riva, da Terranova, l’attuale Giardinetto reale, a S. Anna ed a S. Antonio; come pur di fronte, dalla punta della Trinità (l’odierna Dogana) a S. Gregorio. In Terranova, nel 1298, vengono costruite ben 15 galere grosse per l’Oriente. E con lo Stato s’adoprano nello stesso senso i privati, sospinti entrambi dai nuovi destini. I Gabrieli, che, come abbiamo visto, possedevano tutto quel tratto, che va dalla caserma del Sepolcro al ponte della Ca’ di Dio, vi avevano fabbricato e continuavano a fabbricarvi le loro dimore. Verso S. Marco, sull’ area del Sepolcro, oltre la Casa dei Baroci, nominata nel documento dei Gabrieli, s’alzava il palazzo a due torri dei Barbo, che fu poi dei Molin ; e verso S. Biagio, in prossimità della dogana, nelle case donate da un certo Marco Pellipario in contrada di S. Martino, sorgeva nel 1272, un ospizio di pellegrini, a integrare la missione dell’ospizio degli Orseoli in Piazza S. Marco, divenuto ormai insufficiente. Mentre il doge Giovanni Dandolo nel 1285, procedeva all’ ampliamento della Piazzetta, che, dov’erano le colonne, s’avanzava in laguna per molti passi, tirando una linea diritta e ininterrotta fino alla Pescaria, sul limite di Terranova, da una parte, e, dall’altra, fino al Ponte di S. Marco, il quale molto probabilmente fu in questa occasione costruito in pietra, perchè poco dopo lo troviamo già tale, e dal quale nel 1308 venivano allontanati i venditori di paglia, onde il nome prevalente di esso. Nel primo Trecento il ritmo delle migliorie intorno alla Riva e sulla Riva, si fa intenso. S’interrano le piscine di S. Giuliano e di S. Basso (1310), quelle di italiane) ; ma nel 1582 e 83 fu dai Gabrieli riesumata per tutela dei loro diritti. (Arch. Sta. Ven. Senato Terra reg. 54 c. 125^° e Filza 87). I volti o arcate formavano in antico parte consueta di collegamento fra le case, principalmente sui canali, ed erano di gran comodo per i barcaioli e per i passeggeri (Bibl. Marciana, ms. Rossi, voi. VI, p. 47 e seg). (1) Il documento trovasi pubblicato sia nelle Deliberazioni del M. C. sopracitate p. 213, sia nel Capitolare dei Signori di Notte a cura Roberti Melchiorre, Le magistrature giudiziarie veneziane e i loro Capitolari fino al 1300 in Monumenti storici pubbl. dalla Deput. ven. di Storia Patria, voi. XVIII, s. II Statuti, voi. III, p. 68. — 6 —