riusciva un’ opera grande e bella, cui, nel periodo napoleonico, aggiungevano maggior respiro se non maggior grazia, la via Eugenia (Garibaldi), distesa sul ricoperto Rio di S. Antonio, e la verde oasi deliziosa dei Giardini pubblici (1810) ; nel periodo austriaco, maggior comodo e decoro il Ponte della Veneta Marina meglio ricostruito in pietra (1826), quello della Paglia raddoppiato e fornito di più agevoli rampe, quello della Ca’ di Dio rifatto (1844) così che il Quadri, al quale gli altri ponti rimasti « addossati alle case « contermini » parevano « angusti », lo proclamava « ben degno di essere « secondo al ponte di Rialto » (1). Meno rumorosa di traffici, purtroppo, (il Platen ne lamentava vuoto il bacino, pochi i navigli ancorati alla sponda, nonostante che, subito nel 1799, gli ormeggi fossero stati riconfermati a quelli di Grado, Brazza, Lesina, Pago ecc. come si può leggere tuttodì scolpito sul margine, dal ponte della Paglia in là) ma più tranquilla e forse non meno gioconda. Sgombrata dalle brutte baracche e dai banchi degli Schiavoni, essa accoglieva, particolarmente durante il Carnovale, quando la popolazione in festa, vi si riversava più numerosa da S. Marco a godervi il sole e gli svaghi, casotti di burattini e serragli di bestie (restò famosa la fuga di un elefante), banconi di rivenditori di cianfrusaglie e circoli di giocolieri. E subito al di là del Ponte della paglia, dove ora vi è l’imbarco per il Lido, anche due verdi recinti, che si possono vedere in stampe del primo Ottocento, come nella tav. II della Piazza di S. Marco del Quadri, e come ci racconta l’anonimo altre volte citato. « Nei tempi, che chiameremo « retrogradi di questa Riva stavano due così detti Orti. Erano spazi chiusi « da grigiuole, li ombreggiavano due grossi alberi, e vi si vendevano (i) La data 1847 dell’ ampliamento del ponte della Paglia, che si legge nelle Guide, è errata. Il Quadri nella sua Descrizione topografica di Venezia edita nel 1844 dal Cecchini a p. 115 scrive: «Conservò il Ponte della Paglia l’antica forma sino all’anno 1844, in cui fu raddoppiata la sua larghezza e più agevoli si ridussero le due rampe». A conferma di ciò, se di conferma ci fosse bisogno, si può vedere la deliberazione consigliare 6 luglio 1842, in cui « Riproposto 1’ allargamento del Ponte della Paglia, il Consiglio delibera sulla massima in senso di adesione,... a condizione che sia interpellata l’Accademia di Belle Arti » (Sunto storico alfabetico e cronologico delle deliberazioni emesse dal Consiglio Municipale di Venezia dal 1808 a tutto il 1866, Venezia, Longo, 1871, p. 334). Nella stessa pubblicazione (a p. 341) si legge: «1845 nov. 26. Avendosi dovuto modificare in atto pratico la ricostruzione del Ponte della Ca’ di Dio, cangiandosi la situazione e la forma... onde fu forza incontrare la spesa di L. 41871 oltre la preventivata, il Consiglio approva la somma complessiva di Lire 73363,27 effettivamente spesa». — 41 —