296 OSCAR DE INCONTRERÀ attivo carteggio intorno all’istituzione, proposta dal primo, d’un archivio storico a Trieste, a somiglianza di quelli esistenti presso le Luogotenenze di Vienna, Salisburgo, Graz, Innsbruck, Praga e Zara. Scartato il progetto, il Principe de Hohenlohe propose con nota 24 agosto 1906 che gli atti sino al 1814 venissero presi in consegna dall’archivio del Ministero a Vienna, per essere messi a disposizione degli studiosi, come era stato fatto già del resto, nell’anno precedente, per gli atti della menzionata Luogotenenza Veneta. Il Ministro dell’interno accolse questa seconda proposta con nota 21 settembre successivo e cosi poco dopo tutto il prezioso materiale abbandonava Trieste, all’insaputa della città, la quale era rimasta all’oscuro di tutte le trattative (vedi R. Arch. di Stato: fase. IX-357/1906 e protocolli atti Presidenza Luogotenenza). Accennarono alle vicissitudini di questo archivio: Perroni: «Inventario gen. delle carte conservate nel R. Arch. di Stato di Trieste» ; Curiel: «I documenti di Trieste» in «La Nazione», 16 aprile 1921 e Alfa da Crisanto: «Carlo L. Curiel storico» in «La Porta Orientale», fase. 11-12 anno 1937. — Carlo L. Curiel (1876-1933) si servì largamente in genere di tutti gli archivi ufficiali viennesi e segnatamente di quelli andati distrutti nell’incendio del «Justizministerium», per le sue opere: «Trieste settecentesca» — Napoli 1922 e «Il Teatro S. Pietro di Trieste» — Milano 1937, nonché per un’infinità di altri studi pubblicati su riviste e giornali. Egli rovistò a fondo detti archivi solo però per quanto concerne la seconda metà del secolo XVIII. (Ì0S) Silvio Mitis riproduce, nell’opera menzionata, 11 di tali rapporti da lui trovati tra gli atti dell’I. R. Capitanato Circolare per l’Istria. Sono compilati dall’ispettore alle antichità di Aquileia Gerolamo de Moschettini, che con lettera dell’I. R. Capitano del Circolo d’Istria bar. Rassauer dd. 2 marzo 1820 e con rescritto del 3 maggio successivo venne «incaricato di invigilare nel modo il più segreto e senza confidarsi con alcuno la Contessa di Compignano» e di riferire «con chi bazzica, chi viene da lei e di che si occupa». (203) Tali rapporti erano dovuti quasi sempre all'apprezzatissimo e ultra zelante sot-tocommissario Conrad Weyland, autore il 13 aprile 1816 di una denuncia sul disordine che asseriva regnare presso la locale Direzione di Polizia e contro la presunta rilassatezza nella condotta del suo capo, il pavese Carlo Cattanei de Momo. Il Weyland fu delegato nel 1822, per cinque mesi, a Lubiana, per sorvegliare sulla sicurezza dei Sovrani e dei Ministri colà radunati per il noto congresso. I personaggi affidati al suo oculato e discreto pedinamento furono saltuariamente Elisa e Gerolamo Bonaparte e poi Maret, Arrighi e Pons durante la loro permanenza a Gorizia, protrattasi per circa undici mesi (notizie attinte presso il R. Archivio di Stato). (204) Vedi a proposito anche Perroni: op. cit. e il suo scritto: «Gli archivi del Risorgimento nella Venezia Giulia». — L’archivio generale di deposito dell’I. R. Luogotenenza (1776-1918) formò uno dei nuclei principali, per volume e importanza, del costituendo nostro R. Archivio di Stato. (205) Un tanto posso affermare, frequentando da vari anni quotidianamente, a scopo di studio, il R. Archivio di Stato. (206) Il bar. de Mitis è l’autore del pregevole volume, scritto sulla scorta degli archivi imperiali: «Das Leben des Kronprinzen Rudolf» — Leipzig 1928. (207) Il «k. u. k. Haus-Hof-und Staatsarchiv» trova la sua origine nella «Hausordnung» della Corte di Vienna del 18 novembre 1364, in cui si raccomandava di raccogliere, intorno al Capo della Casa Arciducale d’Austria, tutti i documenti attinenti la stessa. L’archivio come tale fu istituito però appena dall’imperatrice Maria Teresa, dietro proposta del Vicecancelliere dell’impero bar. von Barten-stein, il quale fu il suo vero creatore e riordinatore. La sua formazione segui di poco quella della «Haus-Hof-und Staatsianzlei», eretta come dipartimento specifico per gli affari esteri nel 1742 e riorganizzata e perfezionata sulle moderne basi dalla grande Sovrana nel 1758. L’archivio viene superato in grandezza ed importanza solo dall’Archivio Vaticano ed ha la fama di essere il più ordinato e meglio inventariato che esista al mondo. Il suo più antico documento è un decreto di Lodovico il Pio alla città di Salisburgo dell’anno 816. Esso conserva pure la più antica bolla papale su pergamena che si conosca e cioè quella elargita a Ragusa nel 1023 da Benedetto VIII. (Vedi a proposito: «Oesterrei-•hl*ohe Btlrgerkunde» — Wien 1908, voi. I, pp. 136-139). — Oltre ehe negli