232 DONO PAOLETTI la Vittoria. Una Vittoria che soltanto così potremo realizzare in pieno, come Iddio e la nostra Storia ci impongono. Per questo, perchè non possedeva questo sentimento, la Francia è caduta e, prima dell’Inghilterra, la Russia cadrà, perchè l’inglese, ogni singolo inglese, è convinto che, difendendo l'impero Britannico, difende sè stesso. Per questo la Gran Bretagna dura sulla scena della guerra più a lungo dei suoi alleati. Ma tuttavia cadrà. Cadrà perchè esclusivamente si difende; e chi, senz’ansia di contrassalto, si difende, è già vinto. E ansia di contrassalto, bisogno d’imporre qualcosa di nuovo o almeno di migliorare il vecchio, l’inglese, ogni singolo inglese, non ha. Ha soltanto la convinzione che deve difendersi. I popoli dell’Asse, invece, tutti gli individui di questi popoli, singolarmente considerati, hanno, profondo, in loro, per caratteristica razziale, per attuale necessità, la fiammeggiante convinzione: Bisogna vincere, bisogna avanzare! E la Vittoria sarà di questi Popoli e sarà Vittoria di ogni singolo italiano, di ogni singolo tedesco. DONO PAOLETTI QUANDO PARLANO I GALANTUOMINI Alla Radio (del 25, IX) abbiamo inteso riassumere un articolo di gior* naie tedesco, il quale, dopo avere osservato che durante l’inverno ’kO-’kl l’onere maggiore della guerra dell’Asse era venuto a gravare sulle spalle dell’Italia, invitava a considerare quale sarebbe la situazione gemrale della guerra, se non ci fosse l’Italia a fianco della Germania pure ammettendo la parte preponderante avuta finora, nella guerra, dalla Germania. Il ragionamento si potrebbe fare anche invertendo i rapporti, cioè chiedendo quale sarebbe la situazione generale se a fianco dell’Italia non ci fosse la Germania. La conclusione sarebbe sempre la stesfsa: i successi dell’Asse si devono alla stretta collaborazione delle due Potenze. L’una integra l’azione dell’altra, vicendevolmente. L’atilità è reciproca, qualunque sia la proporzione riguardo agli apporti di ciascuna.