PUBBLICAZIONI E RICERCHE ARCHIVISTICHE SUGLI ESULI NAPOLEONICI A TRIESTE (Vedi „La Porta Orientale“ A. X, 307 e XI 94, 167) III. Gli studi del, Plitek e del jMitis e i documenti del R. Archivio di Stato Tutto questo ambiente, se anche tenuto sotto la più stretta sorveglianza poliziesca, non mancò di esercitare politicamente una rimarchevole influenza sulla cittadinanza e servì a tenere desto ed anzi ad alimentare il cosidetto bonapartismo triestino, professato da framassoni e liberali, che rimpiangevano la dominazione napoleonica in queste terre (1809-1813) e da molti dei malcontenti, che l’Austria stessa aveva formato, trattando la città riconquistata quasi «de jure belli» e misconoscendole i privilegi autonomistici e le franchigie solennemente confermate dal 1382 in poi, da tutti i predecessori dellTmperatore Francesco I. . E’ in virtù di questo ambiente che quasi sin dal suo inizio ebbe qui qualche diramazione quel lavorìo segreto, che attraverso le vendite Carbonare si svolgeva lungo tutta la penisola, dove già fermentavano, tra i «figli del secolo» e i veterani delle campagne napoleoniche, l’insurrezione antiau-striaca e i concetti unitari nazionali (188). Proprio per studiare le cause e la genesi dell’irredentismo triestino, irrompente dopo i moti quarantotteschi, è necessario, anzi indispensabile, lumeggiare la vita dei proscritti napoleonici nelle nostre terre. Il primo che si occupò di loro fu Giuseppe Caprin (1843-1904), nel volume «I nostri nonni — Pagine della vita triestina dal 1800 al 1830», edito dallo Stabilimento tipografico Caprin nel 1888 e ristampato dalla stessa tipografia nel 1926. A pagine 153-160 della prima edizione tratta di Fouché, in fondo al capitolo «Pagine napoleoniche», dedicato agli illustri personaggi posti a capo del governo napoleonico durante le tre occupazioni francesi di Trieste e nel capitolo «La società delle Ville Necker e Murat» (pp. 161-176) di Gerolamo, Elisa e Carolina Bonaparte, di Maret e di Arrighi. Non parla invece nè di Pons, nè di Savary, il cui episodio triestino è sino ad oggi sfuggito agli studiosi locali. L’unico che scrisse uno studio esteso e documentato su «I Napoleonidi a Trieste» è però sinora il medico concittadino Venceslao Plitek. L’opera fu edita nei volumi XXXIX (pp. 91-161), XLI (pp. 209-290) e XLII (pp. 139-158) dell’«Archeografo Triestino», anni 1924, 1926 e 1927-1928.