DAL DIARIO DI UN GARIBALDINO 33 sua fine. Si ammalò, poi parve rimettersi, tanto ohe una mattina d’inverno comparve tutto impellicciato in tipografia a salutare e a dire che si sentiva meglio e che andava a messa. Ma dopo otto o dieci giorni Luigi Mazzoldi moriva. II Do-naggio ricorda che era una brutta giornata invernale quando si svolsero i suoi funerali e che molta gente accorreva a vedere il corteo, che aveva in testa là banda militare e in coda tutte le imperialregie autorità civili. Egli ricorda infine, che contro la «Sferza» correvano in città degli epigrammi e che due si potevano leggere sul muro del Tergesteo dal lato della Borsa: l’uno diceva: «Chi compra la Sferza — alimenta una spia: — Trieste, per Dio, — si vile non sia», e l’altro: «Chi compra la Sferza — sostiene un rinnegato : — Trieste non lo sa, — che è peccato?». (7) Era questi, credo, il dott. Giovanni Maria nob. del Senno di Pirano, del quale si sa che si distinse al passaggio del Chiese e che fu appunto ferito a Bezzecca. (8) Questa bandiera era stata confezionata a Trieste in casa di Raffaello Costantini, morto qui nei primi mesi del 1895. (9) Correva voce allora che il carnefice che aveva giustiziato Monti e Tognet.fi vivesse a Trieste, dove in Androna Gusion teneva un’osteria pulitissima è molto frequentata, conosciuta generalmente per «l’osteria del boia»: difatti egli era stato assente dalla nostra città proprio in quel periodo di tempo. Ritornato a Trieste e recatosi un giorno in Borsa, dove faceva ottimi affari come sensale di vini, fu bastonato a sangue, e il Donaggio dice di averlo veduto correre barcollando verso l’osteria. Una folla lo inseguiva gridando.- «morte al boia». Immediatamente comparve nell’androna la forza, che fece chiudere il locale, e da allora nulla più si seppe di lui. (10) Trieste non mancò di partecipare al giubilo della nazione con una illuminazione e una dimostrazione sotto la sede del Consolato italiano, tosto repressa dalle guardie militari di polizia che a baionetta in canna caricarono la folla. (11) Francesco Mauro-era precisamente il triestino Mohovich, morto il 26 gennaio 1879, segretario della prima direzione della Società Operaia. Nell’atto dell’arruolamento egli aveva italianizzato così il suo nome. Il Donaggio asserisce che li Mauro fu il primo ad avere l’idea di istituire a Trieste una Società operaia, giacché ancora nel 1866 a Firenze consultava e studiava gli statuti di simili istituzioni. Egli si distinse nella battaglia di Bezzecca. (12) Nella Bassegna storica del Risorgimento, anno XXVII, fase. VI, giugno 1940, pagina 672, si dà notizia che a Boma a cura di quel Comitato del R. Istituto per 15 storia del Risorgimento italiano e con l’intervento delle Autorità governative è stata eseguita il 6 maggio c. a. la riesumazione dei, resti dell’eroina Giuditta Ta-vani-Arquati e dei compagni caduti nell’eccidio di Casa Ajani e che i resti, ricomposti, rimarranno nel sacrario provvisorio del Verano per essere trasportati, insieme a quelli di tutti gli altri caduti per Roma durante il 1849, il 1867 e il 1870, nella cripta del nuovo Monumento-Ossario che per volontà del Duce sta sorgendo nel prato del Pino al Gianicolo. (Vedi P. Sticotti nel «Piccolo di Trieste» del 12 luglio 1940-XVIII). PIERO STICOTTI Che l’Italia fascista abbia osato misurarsi con la Gran Bretagna è un titolo di orgoglio che varrà nei secoli. E’ stato un atto di consapevole audacia. I popoli diventano grandi osando, rischiando, soffrendo, non mettendosi ai margini della strada in un attesa parassitarla e vile. I protagonisti della Storia possono rivendicare dei diritti, i semplici spettatori mai. MUSSOLINI