102 OSCAR DE INCONTRERÀ generale e Ministro muratiano Francesco barone de Macdonald, di origine còrsa, già aiutante di campo di Gioachino e da tempo suo amante e che divenne anche in segreto, a Hainburg, nel gennaio 1817, il suo secondo marito (88). Con questi era una nipote, Teresa, di 21 anni, da lui adottata, figlia del defunto Michele Beuze e della napoletana Marianna di Steffano, prediletta specialmente da Carolina, che la fece sposare con una ricca dote, qui a Trieste, al possidente anconitano Domenico Collamarinì di Antonio e Assunta, il 1° febbraio 1826, il quale era stato quattro anni prima arrestato a Venezia come cospiratore carbonaro (89). Madama Murat aveva conosciuto il Collamarini quando questi nell’anno antecedente era venuto a Trieste, quale uomo di fiducia dei conti Rasponi di Ravenna, per curare il trasporto colà degli effetti della sua figlia più giovane, la Principessa Luisa, che andava sposa, auspice la sorella maggiore Letizia, al conte Giulio Rasponi (90). Il matrimonio Rasponi-Murat ebbe luogo a Trieste, senza fasto, nella intimità domestica, il 27 ottobre 1825; lo sposo era 18 anni più vecchio di Luisa, che nacque a Parigi il 22 marzo 1805 e morì a Ravenna il 1° dicembre 1889. Giulio, figlio di Pietro e Antonia Rasponi, era nato a Ravenna il 19 febbraio 1787, dove pure morì il 19 luglio 1876 (91). Letizia Murat, nata a Parigi il 25 aprile 1802 e morta a Bologna il 12 marzo 1859, aveva sposato in quest’ultima città il 22 ottobre 1823 il marchese Guido Taddeo Pepoli conte di Castiglione (f 2 marzo 1852) (92). I due maschi di Carolina erano ormai anche lontani: Achille, col permesso della Santa Alleanza, era partito nel 1821 da Amburgo per NewYork e Luciano l’aveva seguito, imbarcandosi a Trieste, il 19 ottobre 1824, sul brick americano «Active», del capitano Stephen Wheeler (93). Egli pervenne però negli Stati Uniti dopo essere stato arrestato ed imprigionato in Spagna, sulle cui coste la nave aveva fatto naufragio (94). Madama Murat rimase fra noi sino al principio del 1832, visitata spesso dalle figlie e dai loro figlioletti (95) ; Letizia Pepoli veniva col suo Gioachino Napoleone (1825-1881), il futuro patriotta del nostro Risorgimento e Ministro e diplomatico di Re Vittorio Emanuele II (96). La visitarono pure nei giorni 8-10 maggio 1825, la sua celebre amica dei tempi felici, Madama Ré-camier (1774-1849) e due anni dopo la bella contessa Anna Potocka ( 1776-1867), nipote nobilissima dell’eroe polacco Principe Giovanni Poniatowski (97). Dopo lunga opera di persuasione, il Principe Cancelliere le ottenne il 18 dicembre 1831. dalla Conferenza Ministeriale di Parigi, il permesso di soggiorno temporaneo a Firenze (98). Essa parti cosi alla volta di quella capitale e restò colà sino alla morte. Nel 1837 aveva perduto il suo fedele Macdonald e nel 1838 era potuta andare a Parigi — sempre in grazia del Principe de Metter-nich — e ottenere dal Governo di Luigi Filippo una pensione di 100.000 franchi annui (99). Carolina fu l’unica Bonaparte trattata con grandi riguardi in Austria, poiché il Principe Cancelliere si ricordava cavallerescamente dei giorni in cui come Ambasciatore di Francesco I presso Napoleone era stato l’amante del-l’allora Granduchessa di Berg, succedendo all’amatissimo Junot. che il Bonaparte, scoperta la tresca, relegò in Portogallo e divenne poi il primo governatore napoleonico delle nostre Provincie Illiriche. L’ex «adone austriaco dei salotti parigini» si ricordava inoltre di essere riuscito a carpirle, tra un bacio e l’altro, più d’un segreto politico e che l’aveva tradita, senza che lei