16 E’ tipica infatti, a questo proposito la frase del Signor Léger ai ministri francesi, prima della seduta nella quale si doveva decidere se accettare o meno la mediazione del Duce per evitare in extremis lo scoppio della guerra. In quell’occasione il funzionario del Ministero degli Esteri Léger, intrigante regista della politica estera francese di questi ultimi anni, così incitava Daladier e soci e sopratutto il tentennante e indeciso Bonnet: «Tenete duro e la faremo una buona volta finita con tutti i Salazàr d’Europa!». Ma anche in Inghilterra, or non è molto, in piena Camera dei Comuni, un deputato ha rivolto addirittura una interpellanza al Governo per informarsi se sarebbe stato possibile, in un’Europa sotto tutela britannica, tollerare il Regime attualmente vigente in Portogallo. La risposta del Governo di Churchill è stata degna della confusione ideologica negli scopi (o più precisamente su quelli che dovrebbero apparire come scopi) di guerra della Gran Bretagna. Non che da questi fatti si voglia trarre delle previsioni, ma ad ogni modo, quello che si può notare è che anche in Portogallo non tutto va secondo l’intenzione dell’ex ufficiale del 4“ Ussari. In conclusione dunque i colpi del martello anglo-sassone sul metallo europeo non hanno avuto altro risultato che quello di far sentire l’unicità di questo metallo. E noi italiani, che, con i camerati germanici, abbiamo avuto da Dio la storica missione di guidare i popoli d’Europa verso un destino unitario e laborioso, dobbiamo uscire dalla lotta preparati alle prove costruttive che ci attendono. Dobbiamo sapere insegnare la strada, perchè crediamo che questa strada sia la giusta, perchè crediamo nella possibilità di un assetto europeo secondo giustizia, nell’interesse di tutti i Paesi in funzione continentale. Questa fiducia non verrà meno per le crude esperienze dei secoli passati, per il sogghigno scettico degli impotenti e dei cavillatori. I Popoli dovranno trovare la soluzione e sapranno trovarla, se guidati nel loro cammino da una logica realistica e aderente ai tempi, ma nel contempo non miseramente contingente, perchè quando si vuol costruire qualchecosa di duraturo, bisogna che sia l’essenza, che ha pervaso gli avvenimenti, ad essere intesa; bisogna che questa essenza, che gli eventi ha determinato, permei la nuova realtà da questi nascente. E qual’è il fremito che palpita nei Popoli, che accende gli uomini di oggi? Sono due elementi.integrantisi a vicenda: il concetto della comunità razziale ed il concetto della personalità sociale determinata dall’esercizio di un lavoro. Dall’armonica fusione di questi elementi nasce la collaborazione e la giustizia sociale. Ed è questo che vogliono i giovani Popoli della vecchia Europa; ed è per questo che ci stanno contro i nemici in armi ed i nemici fornitori d’armi. Per quale motivo altrimenti, se non per odio razziale, avrebbero assunto un atteggiamento ostile nei nostri riguardi gli Stati Uniti d’America? Quale motivo infatti spinge contro l’Asse l’uomo delle officine d’oltre Oceano, l’impiegato, lo studente, tutta insomma la gran massa del popolo americano? Per quale motivo l’uomo, il tipico uomo della strada, di una delle tante strade d’America, dovrebbe abbandonare le sue abitudini, il suo standardizzato tran-tran quotidiano, la sua borghese comodità per indossare una divisa che lo