290 OSCAR DE INCONTRERÀ tire dal 1861, al Regno d’Italia e siccome appartenente ai rispettivi enti pubblici (201).* Se però le minute della «K. K. Polizeihofstelle» andarono distrutte, gli originali ' diretti all’I. R. Direzione di Polizia di Trieste, si trovano presso il nostro R. Archivio di Stato e altrettanto vale per gli originali delle risposte e dei rapporti, di cui a Trieste ci sono conservate le minute. Ciò rende meno sensibile la perdita dei documenti in parola, ma per un assieme di circostanze non l’elimina affatto. Giova precisamente rilevare che al nostro Archivio di Stato le buste degli atti riservati della I. R. Direzione di Polizia sono lungi purtroppo dall'essere complete. A varie lettere mancano le risposte e a varie risposte mancano le lettere che le provocarono; a molte pratiche mancano gli anteatti e molte restano interrotte a metà; talvolta poi non si rinvengono gli allegati a una data minuta, perchè quasi mai si serbavano copie in atti. Ciò vale anzitutto per i rapporti quindicinali o per decade dei sottocommissari di polizia, di cui ebbi già ad accennare al capitolo I. E questi erano i documenti di maggiore importanza per l’argomento che qui ci interessa, perchè narravano, giorno per giorno tutto ciò che facevano gli esuli del Primo Impero e ciò che succedeva intorno ad essi, durante il periodo in cui il Governo riteneva necessario di farli pedinare da un proprio funzionario specializzato (202). Questi «Beobachtungsrapporte» venivano indirizzati al Governatore, il quale poi li inoltrava al Preside della ((Polizeihofstelle» a Vienna (203). Da un confronto degli atti esistenti nelle buste riservate della direzione di Polizia con l’«Index der geheimen Polizei Akten» che esiste per ogni anno rilegato in volume — per gli anni 1814-1817 esiste pure un «Repertorium der in den geheimen Polizei Akten vorkommenden bedenklichen Personen», compilato sia in ordine alfabetico che numerico — si desume che circa due terzi di detti atti non sono più conservati. Ciò dipende sia da uno o più scarti disposti ancora dalle Autorità austriache, che dalle dispersioni cui furono soggetti gli incartamenti nei molti traslochi subiti dall’archivio della Polizia. Inoltre al crollo dell'impero austro-ungarico un’infinità di carteggi andarono manomessi e distrutti nell’invasione degli uffici di quel dicastero. Ciò che vale per l’archivio della I. R. Direzione di Polizia, vale per quello presidiale dell!. R. Luogotenenza. Gli atteggi del primo integrano quelli del secondo, dato che buona parte della corrispondenza si svolgeva appunto tra i due dicasteri e che anzi il-Governo centrale di Vienna trattava quasi sempre solo tramite l’I. R. Governo del Litorale. Gli incartamenti presidiali, per dei motivi del tutto analoghi, sono, se anche in misura molto minore, del pari incompleti. Se in genere l’archivio della Luogotenenza, che era allogato nell’ultimo piano di quel palazzo, potè nel 1918 in gran parte sfuggire alla furia devastatrice, lo si deve anzitutto alla porta di ferro che lo difese dall’irruzione degli insorti e poi allo zelo del vecchio archivista Carlo Marinsky von Derau, che ne segnalò reiteratamente l’importanza storica al benemerito governatore militare di Trieste, generale Carlo conte Petitti di Roreto, mentre già gettato nei corridoi, stava per essere ceduto come carta da macero. Molti fascicoli non di meno furono defenestrati nella sottostante piazza dell’Unità o nei cortili interni dell’ex-Luogotenenza e andarono completamente distrutti. Il riordinamento di tale archivio richiese poi anni di paziente lavoro (204). Anche altri archivi governativi, sia qui menzionato per incidenza, sof-