fi2 BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO scere la costante intravveduta nelle poesie. Considerare Visita in campagna come li racconto meglio riuscito del volume significa perciò affermare la particolare affettuosità della narrativa del Fletzer come quella che impronta con maggior peso tutta, la sua produzione. La tenerezza del suo movimento, la soavità acre di certe illusioni, l’apparire dei primi accenti maturi nei bambini, un dolore sordo e inestinguibile, la noia di certe giornate, la fatalità della fine e di certe cattiverie, conscie o meno, tutto questo che compone il fondamento dei suoi racconti, in Visita in campagna si trova riunito in un contesto molto fine. Vale osservare àncora che in quella stagione infantile in cui tutto riesce meraviglioso ma anche pieno di apprensioni e di sofferenze il Fletzer trova i suoi motivi più belli : non soltanto nell’età dei bambini, bensì pur in quella dei ragazzi e dei giovanetti. Si veda ad esempio L’ap. puntamento : l’amore superficiale del giovane per la cara Maria che poi muore, non crea un rimordere della coscienza, ma uno stalo di allucinazione che tortura, che chiama I ricordi. Ed appunto in questo ricordare e muoversi allucinato, quasi entro un tempo assai lontano, risiede l’altra caratteristica della narrativa del Fletzer, quale più apertamente si dichiara in Incubo. Qui il tema, assai bello, riceve di tanto in tanto illuminazioni violente, ma pur c'è sempre quella nota in cui tutto assume, per adoperare le sue parole, una tìnta sbiadita, sfumante di immagini, sensazioni imprecisate. Taluno parlò di estremo pudore nel caso di questi racconti e pare sia stato veramente nel giusto. Il Fletzer più sottintende che non dichiari e mostra un istinto per l’economia narrativa il quale spesso gli consente assai toccanti raggiungimenti. Questo fare amoroso, determinato da una viva simpatia per i personaggi lo porta a creazioni vive, ove vibrano i giochi del movimento narrativo. E si consideri cosi La moglie slava, un racconto di preciso sviluppo che accomuna, se non riduce, le principali caratteristiche del Fletzer narratore. ' Ora, giova far presente, questo libro mostra un impegno molto serio e non si avvale di facili soluzioni, di meccanismi maliziosi. C’è sottol sotto tutto uno studio quasi una scuola narrativa o, per meglio dire, un avvio che scarta gli allettamenti della materia e non si abbandona alla documentazione prosaica. Il linguaggio nel Fletzer ha un suo moto, è alleggerito di ogni peso comune: vuol essere insomma aderente all’argomento. L’ispirazione vi si cala con gentilezza, e ne sorte un tessuto semplificato si, ma non sempre impreciso. Le possibilità di scarto sono ridotte, e le compiacenze evitate. Se poi s’avverte uno studio, questo non impedisce che il libro abbia il suo tono e dichiari un’origine schietta. Questa fedeltà ad un mondo proprio in vero risulta segno distintivo, contro cui non valgono limiti e insufflcenze : la maturità potrà sempre portarlo su di un piano maggiore/ se tale fedeltà è, come deve credersi, condizione indispensabile di resistenza. Umbro Apollonio DINO DARDI - Civiltà - Trieste, C. M. Trani Editore, 1940, pp. 256. Dino Dardi si presenta questa volta al pubblico e alla critica con un’opera organica, pensata e costruita a guisa di sistema, in cui è affrontato un problema fondamentale deH’umanità d’oggi e di tutti i tempi, se non addirittura il problema fondamentale di essa umanità: la civiltà. E dobbiamo dire subito che all’arditezza del-l’affrontare un tanto argomento ha corrisposto nell’autore una preparazione e una vigoria fuori del comune, sì che il tentativo, se pure porta a conclusioni discutibili, come non potrebbe non essere, garite arguzia, che non si lascia scappar si può e si deve dire riuscito: il problema completa, la costruzione altrettanto. Il Dardi ha un suo concetto elementare, immanentistico, della vita e, con esso, della politica. L’esperienza sembra avergli insegnato che solo negli istinti è il nucleo della personalità umana, nel loro appagamento la ragion d’essere dell'uomo, nella esplicazione della volontà in generale, e della volontà di potenza in particolare, il grado di dignità d’individui e di nazioni. Su tale presupposto è sviluppato tutto il suo sistema di pensiero: chè d’un vero e proprio sistema di pensiero infatti si tratta, di una personale interpretazione dei problemi che sorgono dal viver sociale. In una prima parte l’autore tratta dei sistemi attuali e del passato, nostri ed altrui, ponendoli sotto il fuoco del suo particolare obiettivo con una costante contrapposizione delle virtù politiche e guerriere allo spirito mercantile e alla «cultura», della volontà alla ragione, della forza alle idealità. E l’obiettivo coglie quasi ogni principale problema, ogni principale aspetto della vita sociale. Anche il con-