PUBBLICAZIONI RICEVUTE E SEGNALAZIONI 321 un Calendario dell’«Alto Adige» (ottobre 1941 - dicembre 1942), ohe si distribuisce come omaggio dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo dv Bolzano: il calendario riproduce molti quadri di pittori atesini (Tullia Socin, Len-hart, Regele, Crepaz, Giovacchini, Piazza, Sparer, Casagrande, Clauss), uno più bello dell’altro. Non è soltanto opera di pubblicità reclamistica ma è vera opera d’arte. Corriere Adriatico - Ancona (17, Vili, '41: M, Rugo, Occasioni e pretesti, Divaga-ziont ermetiche, osservazioni argute ed acute, che vanno al fondo delle questioni, rispettando del pari i diritti della critica e dell’estetica ossia della ragione e del gusto; 28, IX: Piccolo cabotaggio critico, Poesia, non parole incrociate; 4, XI: Passeggiate in Arcadia, Autunno inquieto). Corriere Istriano - Pota (7, IX: G. L. Aiello, „La guerra dei marinai ' di Vittorio G. Rossi). Geopolitica - Milano-Trieste (III, 5: G. Carelli, La Dalmazia e i suoi confini, L. Cappuccio, Epiro Acarnanla ed isole Ionie, e altri articoli di E. Bonetti, L. Chersi, R. Pes). Il Mattino - Napoli (1°, XI, ’41: Antonio Bruers, Critica antidannunziana, stri-gliatina aggiustata ad un Aurelio Na-varria che nel «Quadrivio» dei 12 ottobre ha osato una stroncatura della Laus Vitae dannunziana, a proposito del commento da poco pubblicato di Enzo Palmieri. Il Bruers dimostra garbatamente al Navarria che, per criticare, bisogna anzitutto capire, anzi saper lèggere, sia il testo del d’Annunzio sia il commento del Palmieri. Lo stroncatore ignora quella «mitologia elementare che tutti gli italiani dovrebbero conoscere, perchè essa è uno dei fondamenti della loro civiltà». Ma egli ignora qualche cosa di più: che nessuno ha il diritto di strapazzare la Laus Vitae nè come opera di pensiero nè come opera d’arte e che dinanzi a un commento come quello di Enzo Palmieri, frutto tii un paziente e seriissimo lavoro decennale, ci si deve inchinare con rispetto e con gratitudine. Il Messaggero - Roma (12, XI: Antonio Bruers, Gli ,,Aforismi politici” dì Campanella; il Bruers, benemerito specialista di studi campanelliani, segnala la recente edizione degli Aforismi politici, curata da Luigi Firpo. Rileva l’intuito precorritore del grande filosofo calabrese, molti aforismi del quale, per fusione di senso realistico e di aspirazioni ideali, superano i «Ricordi politici e civili» del Guicciardini e raggiungono il livello del fascismo). Il Piccolo - Trieste (8, XI: F. Pasini, Una parola imperiale da Trieste; — 29, XI: Bice Polli, La gioventù in. Ungheria per la rinascita nazionale). Il Piccolo - Trieste (19, Vili: Lina Gaspa-rini, Trieste e gli irredenti nelle memorie dì Daniele Darè; — 22, Vili: Lina Gasparini, Il Museo triestino di Storia naturale e la Mostra nazionale delle scienze, commenta un articolo di Gustavo Brunelli, comparso nella «Nuova Antologia» del 16 agosto e dove si mettono in evidenza i Musei di Trento e di Trieste; — 6, IX: L. Gasparini, La visita dì Pascarella nel 1902 a Trieste, Una lettura di versi censurata; — 2, IX: Piero Almerigogna, Il leone di Ter. satto, cfr. Antonio Alisi, ibidem, 11, VIII, e 9, IV, Il leone di Tersatto e un opportuno avvertimento). Il Regime Fascista - Cremona (21, Vili: F. Pagnacoo, Stanno bene gli ebrei soltanto a Trieste?; 11, IV: F. Pagnacco, Il sogno infranto, L’imperialismo russo dal Baltico all’Adriatico; 20, XI: Il problema alimentare della città di Trieste; 24, X: Gastone G. Bonifacio, Cammina, Asvahero). La Vita Italiana - Roma (XXIX, f. 340: G. Preziosi, Trieste terra promessa degli ebrei?). Nuova Antologia - Roma (1° sett. 1941: Giuseppe Stefani, Storia dell’irredentismo, recensisce il recente volume di Luigi Federzoni su «L’ora della Dalmazia». Gli accordi di Roma del 18 maggio ’41 hanno «sciolto il nodo gordiano», rileva lo Stefani, «della questione dalmatica e hanno fatto dell’Adriatico uno fra i principali punti d’incontro di due civiltà, di due economie, ancor prima che di due razze. Starà in noi, nella forza che ci deriva dalla nostra civiltà secolare, dalle peculiari capacità del nostro popolo assimilatore, di comporre le antitesi ancora esistenti nella Dalmazia redenta e di superare le episodiche difficoltà che a mano a mano si presenteranno». Primato - Roma (II, 15: G. Maver, Un secolo di lirica slovena, F. Cusin, Alba