88 GIOVANNI CUMIN — oro, argento e bronzo, mentre quella del ferro, che contiene il «Piccolo mondo» o «Idillio domestico» è passato sotto silenzio *) — commise, diciamo cosi, l’errore di farne troppe citazioni, anche di versi che, letti a sè, fuori dal contesto dell’opera, potevano prestarsi a qualche facezia o «sghignazzamento», come dice il Croce: 0 bella, un dì t’ho vista Entrar dal tabaccaio, E anch’io facendo vista Che m’occorresse un paio Di sigari, v’entrai: Là per la prima volta ti parlai. e gli altri: Si stava assai benino Un giorno alla „Regina?’: Buona cucina, Ottimo vino. T’avrei del fritto scelti 1 più dolci pezzetti E per te i petti Al pollo svelti. Il fatto si è che molti, data l’indole troppo polemica e l’abbondanza delle citazioni del saggio carducciano, pubblicato prima nel «Fanfulla della Domenica» e poi anche nel volume «Confessioni e battaglie», s’acquietarono a quello nè si curarono più di studiare, per diretta lettura, l’opera del poeta veronese. Passano, intanto, gli anni e cambiano gusti e costumi. I raffinati dannunziani, disertato il loro maestro, ripiegano sull’altra sponda e lì, con aria annoiata e umile, cantano in tono minore ed esaltano le buone cose di «pessimo gusto», le quali per il Betteioni erano state una necessità artistica, «un’attualità sentita», mentre per il Gozzano dei «Colloqui» (1911) e gli altri Crepuscolari erano pretesti o motivi di ironia o di nostalgia accorata. Non c’è che un colore: il grigio è un tarlo, la noia, cantava, allora, il Moretti. Qui entra in lizza il Croce: la prima volta nel 1904, 24 anni dopo la pubblicazione dei «Nuovi versi», e poi nel 1915 (**). Anche il Croce ricorre ad un’abbondanza di citazioni, ma prende in esame tutta l’opera del Betteioni, anche i «Crisantemi», (1903), rilevando lo spirito equilibrato e sereno del poeta veronese, che nulla iperbolizza, ma tutto riduce a situazioni o proporzioni semplici e normali, cadendo qualche volta la dove quel dato accento tra il serio e lo scherzoso gli fallisce, nella ( ) Pare però che in una lettera privata scritta al Betteioni il Carducci abbia voluto alludere al «Piccolo mondo» con le parole: «La poesia sulla sua villa è una cosa singolarissima e che a me piace molto, ma molto». (**) La Critica, (1904-ID . Dalle «Memorie di un critico» nella Critica, voi. XIII-1915.