OGNUNO DI NOI E L’ITALIA Elemento decisivo di tutte le guerre, segreto di tutte le vittorie è la partecipazione presente e convinta di ogni singolo cittadino della Nazione belligepante alla guerra. Ogni combattente in armi e non in armi deve essere conscio della sua qualità di attore nel grande dramma che è il conflitto tra popoli. Deve sentirsi parte personalmente, intimamente interessata, deve sopratutto possedere l’assoluta, fermissima sicurezza di aver ragione. E questo per una chiara necessità d’ordine pratico e d’ordine morale. D’ordine pratico, perchè l’Uomo, il singolo uomo se non è convinto di essere lui, personalmente lui, a fare qualche cosa in favore d’un suo interesse, inquadrato nell’interesse collettivo ma suo, non compie con necessario entusiasmo il proprio dovere, non partecipa, in una parola, con tutte le sue forze ad un’impresa se questa impresa non la sente intimamente sua. Prendiamo ad esempio un reparto di soldati. Se ogni suo singolo soldato non è conscio, entusiasta di quello che lo fanno fare i propri ufficiali, il reparto riuscirà sempre a rendere meno di un’altra unità che agisca con la concorde partecipazione di tutti i suoi singoli uomini, non tenuti insieme dalla disciplina, ma, nel fuoco dell’armonico ordine disciplinare ritrovantisi, con tutti i loro individuali interessi che hanno un’unica mèta: quella del reparto. E lo scopo per cui agisce il reparto viene così a risultare, nella sua attuazione, la somma degli scopi di ogni singolo, centuplicata d’efficacia dal vìvido entusiasmo di ognuno. Ma c’è poi una ragione d’ordine morale che non può sfuggire a nessuno e si sostanzia in questo: come potrà un popolo essere degno della Vittoria se ogni singolo cittadino non ha partecipato con tutte le sue forze, con tutte le sue speranze, con tutta la sua fede alla lotta, dalla quale è sorta la Vittoria? Come potrà lo Stato vincitore realizzare nell’azione dei suoi cittadini gli scopi per i quali è sceso in campo, se i suoi cittadini che pure hanno combattuto, che pure hanno sofferto ed hanno vinto, non hanno mai partecipato alla guerra, pensosi del perchè della guerra, del come dopo la Vittoria? In qual modo altrimenti lo straniero, il vinto o l’assente saprà riconoscere nel volto di ogni cittadino della Nazione vittoriosa il volto del vincitore? Perchè noi tutti, sempre ma in ispecial modo nelle giornate della guerra ed in quelle della vittoria, dobbiamo sapere questo: che noi non siamo noi ma la Patria. Ognuno di noi è l’Italia. Questo sentimento d’individuale presentismo agli avvenimenti è una forza decisiva che noi possediamo, che noi dobbiamo possedere e che ci darà