GIULIO CAMBER 261 ,,Il mattino del 24”, continua il Ten. Gherra ,,fu trovato senza vita nel suo lettino. Perfettamene composto, nel sonno, il suo grande cuore era mancato. Egli è stato un grande Esempio per noi!” E il tenente Caretta scrive: „Era tanto ben voluto, tanto stimato ed apprezzato per il suo alto valore morale per il suo spirito di grande patriotta e per la sua nobile figura che in ogni pericolo era presente”. E ancora: ha saputo ridare forza e vigore, con lino spirito supe- riore, a uomini ormai depressi, portandoli alle più atte vittorie”. Non pare di sentire la motivazione di una medaglia d’oro? Ecco che dopo 25 anni, si ripete di lui il giudizio dato nel ’15. Ha ragione ii Ten. Caretta, Giulio era un uomo di spirito superiore, ha ragione il Ten. Gherra; Giulio era un signore in ogni sua manifestazione. Queste testimonianze dei giovani ci sono care. Durante la guerra del ’15, Giulio, sul Carso, aveva scritto il suo testamento. Eccovelo : «Mi seppelirete in mezzo a una dolina; vorrei un po’ di terra di quella carsolina, vorrei un po’ di terra di quella gineprina, un po’ di terra rossa, di sopra la mia fossa. Ma se trovate un cardo il flore della via, ma se trovate il flore pungente del dolore cresciuto dall’amplesso del sasso e dell’amore, al posto della croce, 10 lo vorrei vicino. Mai la terra gineprina del nostro Carso è stata più leggera, quasi permeata dal soffio dell’anima che la ha invocata. Nè il Carso ebbe flore più umano di quel cardo, «cresciuto dall’amplesso del sasso e dell’amore». Scipio Slataper avrebbe avuto infinita gioia di quel flore spuntato nel cuore del suo fratello Giulio. Dovrei ancora citare il monumento lirico che egli ha innalzato ai nostri volontari. «Noi eravamo tutti eroil» superarono i posti avanzati e giunti sotto i reticolati 11 primo accese la miccia e fece brillare la mina che, con fragore cupo e profondo diede la sveglia alla collina. E non son più rientrati; essi furono ritrovati,