Pubblicazioni e ricerche archivistiche sugli esuli Napoleonici a Trieste 285 posta; essa avrà per titolo: «Gli Esuli napoleonici nei documenti inediti dell’ex Consolato di Spagna a Trieste» e abbraccierà circa 300 pagine. Un altro archivio consolare logicamente di gran lunga più dovizioso in proposito, è quello del Consolato di Francia a Trieste, esistente a Parigi, presso l’archivio del Quay d’Orsay (Ministero degli Affari Esteri). Me lo confermarono del resto A. E. Moulin, il quale lo ebbè ad esplorare per la compilazione del suo studio su Fouché in esilio, che più tardi menziono e il mio amico René Dollot, già Console generale di Francia a Trieste e che dal 1936 al 1939 fu per l’appunto Capo del servizio degli archivi del Ministero degli Affari Esteri a Parigi. M. Dollot estrasse copia di tutti gli atti concernenti i Napoleonidi e gli altri esuli a Trieste durante la Restaurazione, onde servirsene per lo studio che sta pubblicando su questo argomento e di cui intrattengo i lettori in chiusa a questo mio lavoro. Giova però specificare che per il primo soggiorno dei Napoleonidi a Trieste, negli anni 1814-1815, non esiste nell’archivio del Consolato di Francia a Trieste notizia alcuna, poiché detta rappresentanza fu qui ripristinata, dopo la fine della dominazione napoleonica, solo negli ultimi mesi del 1815 (195). Come ebbi ad assodare con l’ausilio del menzionato archivio consolare spagnolo, fino allora in tutto l’impero Austriaco gli interessi dei sudditi francesi furono curati dalle rappresentanze diplomatiche della Spagna — la Legazione di Vienna e il Consolato generale di Trieste —, dati i legami dinastici e di parentela sussistenti tra Re Luigi XVIII di Borbone e Re Don Fernando VII di Borbone. Senonchè anche il Consolato di Sua Maestà Cattolica riprese qui a funzionare regolarmente appena il 21 maggio 1815, col ritorno del vecchio de Lellis, dovutosi assentare da Trieste durante tutto il regime francese, poiché lungi dal riconoscere «Don Pepe Botellas», egli aveva aderito alla «Junta Central», che proclamò la guerra contro l’invasore napoleonico (196). Per tale motivo nello scomparso archivio consolare spagnolo si trovavano solo due lettere sul soggiorno in quell’epoca di Gerolamo a Graz e a Trieste e dieci sulla prima dimora tra noi di Carolina Murat. A conclusione di questa rassegna degli archivi triestini, ritengo non inutile fornire qui qualche appunto — se anche con ciò devio alquanto dall’argomento — sui non pingui fondi documentari che possediamo per quanto concerne la dominazione napoleonica a Trieste (17 maggio 1809-25 ottobre 1813). Gli atteggi della «Mairie» di Trieste, che si trovano nell’ancora quasi inesplorato Archivio Magistratuale, sono, da quel poco che ho avuto campo di esaminare, quasi esclusivamente di carattere amministrativo e di importanza secondaria. Gli stessi volumi dei verbali delle sessioni del Consiglio, anche per quanto riguarda le due precedenti occupazioni francesi, destano un interesse minore di quello che ci si ripromette. Gli atteggi del Governo generale delle Provincie Illiriche, il quale si suddivideva nelle Intendenze provinciali della Carniola, della Carinzia, del-l’Istria, della Croazia civile, della Dalmazia, di Ragusa e della Croazia militare, sono raccolti in maggioranza all’Archivio provinciale presso il Museo Nazionale di Lubiana (ex «Rudolphinum» ). Al R. Archivio di Stato di Trieste si trovano depositati solamente gli atteggi dell’intendenza dell’Istria, che aveva sede a Trieste, comprendenti i rispettivi distretti di Trieste, Capodistria, Gorizia e Rovigno, nonché quelli