ANNO XI - N. 11-12 NOVEMBRE-DICEMBRE 1941-XX ABB. POST La Porta Orientale RIVISTA DI POLITICA, STUDI SULLA GUERRA, PROBLEMI GIULIANI E DALMATI Direttori: Bruno Coceani • Federico Pagnacco ■ Ferdinando Pasini CONCRETEZZA La guerra ha assunto finalmente la forma corrispondente al suo naturale carattere. Il Patto tripartito, cioè tre nazioni, spinte dalle medesime ragioni, animate dalle medesime aspirazioni, costituiscono un blocco unico e compatto, del quale non si può dire quello che un periodico inglese confessava dell’altro patto (russo-anglo-statunitense), cioè ch’esso costituisce un legame il quale «durerà soltanto quanto la guerra», perch’è un patto provvisorio, stretto «fra mortali nemici contro un nemico comune», ed è quindi, già in partenza, destinato a sciogliersi non appena il comune nemico, fosse, per inconcessa ipotesi, debellato. La nostra guerra va rivelando sempre più il suo carattere mistico, che trascende forse le stesse intenzioni o speranze di coloro che l’hanno iniziata. Alla fine, — che non potrà essere se non vittoriosa, — ci troveremo tutti sopra una strada, per la quale saremo costretti a continuare: costretti da un’idea che ci si è venuta manifestando e chiarendo man mano che si procedeva di fase in fase e alla quale dovremo dare concretezza nella realtà di un ordine sociale comune, veramente comune, non però di quella comunanza di cui parlava il giornale inglese summenzionato e riferita a un comune nemico da debellare. Il nostro ordine sociale nuovo tende a renderci sempre più amici, non è basato sulla riserva mentale di riaprire le ostilità, non appena la guerra sia finita, contro gli stessi alleati d’oggi. Un ordine sociale comune è impossibile fra gli alleati del patto russo-anglo-statunitense: la loro alleanza è già bacata in germe e, non avendo che carattere provvisorio, non potrà mai assumere vera e stabile concretezza. Per questo, noi possediamo una certezza della vittoria che i nostri avversari non potranno mai possedere.