100 OSCAR DE INCONTRERÀ si rifugiò, la stessa notte, di fronte al popolo insorto in favore della Dinastia legittima, sulla fregata inglese «Tremendous», comandata dal commodoro Sir Robert Campbell, cui essa aveva già il 13 maggio consegnato la flotta napoletana. Chiese di essere sbarcata sulle coste di Provenza, ma l’ammiraglio in capo della squadra britannica Lord Edward Exmouth, rifiutò (72). Il 22 alla testa degli Austriaci, entrò a Napoli Adamo Alberto conte de Neipperg (8 aprile 1775-22 febbraio 1829), che fu a Tolentino il vero vincitore e che da tre mesi era divenuto l’amante dell’ex Imperatrice Maria Luisa (della quale diverrà in segreto, il 7 agosto 1821, il marito morganatico). Carolina Murat lo conosceva, perchè nel 1814 era venuto alla sua Corte, incaricato di una missione diplomatica e perciò lo chiamò a sè e gli dichiarò che si poneva sotto la protezione di S. M. I. R. Apostolica. Fu il conte che d’accordo con Lord Exmouth e col secondogenito di Re Ferdinando IV, Leopoldo di Rorbone Principe di Salerno, la persuase di farsi trasportare a Trieste e di chiedere asilo a Francesco I. Egli delegò per scortarla il suo aiutante di stato maggiore Enrico de Sunstenau (73). Accompagnata dai suoi quattro figli, che si era andati a prelevare nel forte di Gaeta, essa giunse così col «Tremendous» il 6 giugno nella nostra città. Vi rimase sino al 15 agosto. Dimorò al palazzo Romano, che l’evaso fratello Gerolamo aveva preso in affitto per un anno (74). Abitarono invece un primo tempo nella casa Senitzer-Premuda (75), tuttora esistente al n. 18 di via Cavana, i suoi due figli maschi: l’ex Principe Ereditario Achille e l’ex Principe di Pontecorvo Luciano. Nacque il primo a Parigi il 21 gennaio 1801 e morì a Jefferson-Country nella Florida il 15 aprile 1847, senza discendenza; il secondo nacque a Milano il 16 maggio 1803 e morì a Parigi il 10 aprile 1878. Quest’ultimo sposò il 18 agosto 1831 Carolina Fraser (13 aprile 1810-10 febbraio 1879), da cui discendono tutti i Murat. Luciano riposa con tutta la famiglia al cimitero Père-Lachaise di Parigi (76). Nell’atto di lasciare Trieste, Carolina dovette spogliarsi del suo titolo regale ed assunse, non senza difficoltà, quello di Contessa di Lipona, trasparente anagramma di Napoli, che le fu tolto però nel 1824, verso la semplice qualifica di Madama Murat, in seguito alle reiterate proteste del Governo di Ferdinando I di Borbone Re del Regno delle Due Sicilie (77). Dopo una tappa a Graz dal 18 agosto al 15 settembre 1815, Carolina andò a stabilirsi, nell’attesa di venire raggiunta dal marito, al castello di Hainburg, preso in affitto dal medico viennese bar. de Fellner (78). Anche Gioachino sarebbe sbarcato a Trieste se non avesse voluto imitare il 18 settembre lo sbarco dell’esule d’Elba al golfo Juan. Nelle tasche di quell’audace «traineur de sabre» il capitano di gendarmeria Gregorio Tren-ta'càpilli trovò infatti, al momento del suo arresto, un passaporto austriaco, datato da Parigi il 7 settembre 1815 e firmato dal conte de Mercy, consigliere dell’I. R. Cancelleria di Corte, con cui si autorizzava il «Conte di Lipona» di andare dal mezzogiorno della Francia a Trieste; recava in calce il visto di Sir Charles Stuart, Ambasciatore di S. M. Britannica e le testuali parole: «Bon pour aller à Trieste» (79). Era stato rilasciato dopo che il Principe de Metternich gli aveva concesso il 1° settembre antecedente, d’accordo con Lord Wellington e Fouché Duca d’Otranto, Ministro di polizia di Re Luigi XVIII, un asilo condizionato in Boemia, Moravia o Austria Superiore (80).