di concorrenza coti le altre vie di traffico, influiscono fattori non solamente economici, ma anche politici. Perchè sul fatto commerciale vengono a sovrapporsi, complicandosi colle condizioni naturali, i particolari interessi politici di tutti gli Stati costieri o interni, i quali favorendo una via piuttosto che 1’ altra, promovendo o rifiutando certe determinate soluzioni dei problemi tecnici invece di altre, congegnando tariffe e dazi differenziali, possono facilitare od ostacolare gli afflussi commerciali. Di qui la necessità che il problema della sistemazione politica delle terre, che racchiudono l’Adriatico, venga esaminato anche dal punto di vista degli effetti diversi, che le varie sistemazioni politiche possono esercitare nell’al-largare o restringere la sfera d’influenza commerciale di questo mare. Ora la chiara visione e la utile soluzione di questo problema sono sistematicamente turbate nei nostri nazionalisti e in coloro, che si lasciano suggestionare da questo genere di propaganda, dal preconcetto — veramente... sentimentale — che P Italia debba conquistare il « dominio commerciale » dell’ Adriatico, cioè far in modo che tutto il commercio dell’Adriatico sia fatto da italiani e sotto bandiera italiana. Basta un leggero sforzo di buon senso per capire che 1’ I talia, più ancora che volere il « dominio commerciale » dell’Adriatico, deve volere che l’Adriatico divenga un mare pieno di vita, un mare di grande traffico. Ben potremmo noi avere, non solo il « dominio », ma addirittura il monopolio dell’Adriatico ; ma a che cosa ci servirebbero, se il mare restasse scarso di traffici ? Quale in-