Ma quale nostro stratega potrà allora, senza esser pazzo, isolare un’esercito sulla striscia litoranea della Dalmazia, a ridosso delle Alpi Dinariche : un esercito unito alla patria solo dalle comunicazioni marittime, per quanto sicure ? Quante e quali forze preziose distoglierebbe questo fronte alla difesa essenziale del territorio ? Quale enorme flotta mercantile non sarebbe necessario immobilizzare per i rifornimenti nelPAdriatico, che sarebbe ben più necessaria per usi più vitali ? E quali probabilità di utile movimento di forze in così stretta lingua di terra ? Non dovremo dunque abbandonarla senz’altro ? 0 il buon senso si è perduto del tutto in questa guerra, o possedere la terraferma dalmata sarebbe certamente per V Italia, dal punto di vista militare, una debolezza della nostra difesa territoriale. Che se l’Italia non avesse tutta la costa orientale, ma allo Stato dell’altra sponda rimanesse il territorio dal Narenta ad Antivari, allora la frontiera che noi dovremo difendere, sarebbe senza dubbio più breve, e quindi minore lo sforzo terrestre necessario ; ma allora occorrerebbe proteggere contro le forze marittime annidate nelle posizioni di Gravosa e delle Bocche di Cattare non solo le coste italiane, ma anche le comunicazioni coll’esercito distaccato in Dalmazia : cioè la flotta militare dovrebbe fare nell’Adriatico uno sforzo assai maggiore di quello che sarebbe necessario alla semplice protezione delle coste occidentali. Insomma, il programma di conquistare tutte le coste dell’ Adriatico sopprime bensì il problema navale nell’ interno dell'Adriatico, purché l’Italia sia in grado di impedire l’ingresso in questo mare a qualunque flotta proveniente dal di fuori; ma crea un enorme problema di difesa térre-stre. E il possesso di una parte sola delle coste limita