quello del psmlatinismo. Gli Slavi del Sud sono divisi totalmente dalla Russia, grazie a una salda barriera di popolazioni tedesche, magiare e rumene, che va dalle Alpi orientali al Mar Nero ; e non si vede in che modo la Russia potrebbe distruggere o sottomettere questa massa di popoli, per arrivare, nientemeno, all’Adriatico, senza che tutta P Europa si unisse per impedire tanta mostruosità. Che se la egemonia russa nell’Adriatico si suppone debba esercitarsi, non grazie a un dominio diretto, ma attraverso un permanente vassallaggio della Slavia del Sud verso le direttive della politica russa, anche questa è vana paura. La Serbia, come la Romania, come la Bulgaria, come la Grecia, ha fatto nel passato, e continuerà a fare in avvenire, la politica dei suoi interessi, e non la politica della Russia. Nè più ne meno di quel che ha fatto e farà P Italia rispettò alla Francia, ai cui aiuti noi pur dobbiamo, come devono gli Stati balcanici alla Russia, in proporzioni così larghe, l’acquisto dell’ indipendenza nazionale. Come ha osservato Bismarck nell’ultima pagina dei Pensieri e ricordi, la storia del secolo XIX è la storia di una sistematica infedeltà degli Stati balcanici verso P impero degli Zar : ultimo, clamoroso e caratteristico documento, il così detto «tradimento bulgaro» nella guerra attuale. « Il panslavismo di Katkoff — spiega il console D’Alia — cioè l’ideale politico, che consisteva nel riunire tutti i paesi slavi sotto il grande Impero Russo, è morto. Dal tempo, in cui questa concezione sorse in Russia, sor.o accaduti parecchi fatti, che la rendono inattuabile. Anzitutto, gli Stati slavi dei Balcani si sono consolidati in modo, che tengono a conservare una vita politica autonoma e indipendente dal Governo di Pietroburgo. Quanto agli Slavi dellAustria-Unghe-ria, essi — per ragioni geografiche e d’interesse — non sono