— 236 — vano armati. Ma quei soldati (ripetiamo, sia detto a tut-t’altro fine che di rimprovero) erano del reggimento Wimpfen, erano italiani. Il passato c’ insegni un più savio e a tutti più onorato avvenire. Niccolò Tommaseo. (Il secondo «silio, Milano, Sanvito, 1862, III, 357 e seg.). II. — Le origini del movimento iugoslavo. Il movimento nazionale tra gli Slavi meridionali ha cominciato, si può dire, sotto gli occhi dei più provetti di noi, all’ incirca con quello dei Greci. Ma esso fu molto ineguale e incerto sulle prime, e non cominciò a pronunziarsi chiaramente che in tempi recentissimi. Gli Slavi austriaci del mezzogiorno hanno già da qualche tempo stabilito dei saldi legami fra di loro. Essi si dividono in due sezioni ; ma tendono però allo stesso scopo. C’ è la sezione croato-serba, e la slovena. La prima è costituita dai Croati, Serbi e Dalmati. Questa sezione è oramai unita letterariamente, e tende a formarsi una letteratura popolare sua propria. Tale letteratura esiste di già in embrione, non ha grandi opere, ma si mantiene con opuscoli, con giornali. La lingua letteraria della Slavia meridionale si va formando, e la istruzione che si diffonde nel popolo viene da alcuni anni già propagata con essa. Le differenze dei dialetti colà sono poche e non essenziali. Lo Sloveno è una varietà più distinta, più divisa in dia-