terna, e a quelle posizioni militari dell’Adriatico centrale, che sono veramente necessarie alla sicurezza marittima dell’ Italia. Questa politica chiara, rettilinea, tradizionalmente italiana, era una necessità urgente specialmente di fronte alle incertezze, che la lunghezza e le vicende della guerra non potevano non indurre negli Slavi del Sud, come in tutti i paesi belligeranti. Siffatte incertezze han fatto nascere in Slovenia e in Croazia, fra trialisti austriacanti e irredentisti serbofili, un terzo partito : il partito, diciamo così, dei politici ; nè risolutamente trialisti, nè risoluta-mente irredentisti : vogliono non essere più sfruttati dai Tedeschi e dai. Magiari, ma temono che la guerra sostituisca nella Dalmazia al regime austriaco il dominio italiano ; perciò sono pronti a diventare trialisti se vince l’Austria, purché garentisca loro l’autonomia completa, e a diventare irredentisti, se vince l’Intesa purché sieno sicuri di non essere dati in pasto agl’ Italiani. Negoziano con la casa d’Austria, minacciandola di buttarsi con 1’ Intesa, se non garentisce loro l’autonomia dai Tedeschi e dai Magiari ; negoziano con l’Intesa, minacciandola di buttarsi con l’Austria, se non li garentisce contro una conquista italiana della Dalmazia. Il lavoro della democrazia italiana avrebbe dovuto consistere specialmente nel conciliare al-1’ Italia la corrente irredentista serbofila e la corrente intermedia. Ma la democrazia in genere, e la democrazia italiana in ispecie, è ignorantissima de omnibus rebus et de quibus-darn aliis. Bastò che una mezza dozzina di facinorosi falsificasse le statistiche per farle credere che la Dalmazia è piena d’italiani e ci aspetta a braccia aperte, falsificasse la