— 25I — ciare in guerra contro i Serbi : dalle bocche di Cattaro, dai villaggi croati della Dalmazia, da tutti i paesi jugoslavi partono giovani che dovrebbero servire nell’esercito dell’ impero e vanno invece ad unirsi entusiasticamente alle armate operanti serbe e montenegrine ; tutta la gente serba e croata dei porti della Dalmazia, di Zara, di Spalato, di Gravosa, si affolla sulle banchine per salutare al passaggio dei piroscafi, in una dimostrazione di fraternità slava, gli emigranti montenegrini che ritornano in patria per combattere ; piccoli poveri comuni croati votano con sacrifici sussidi per i feriti serbi e montenegrini, e ignorano invece le sottoscrizioni, che si sono aperte a Vienna per i soldati austriaci inviati al confine ; deputati e giornali slavi si mettono al servizio dei Serbi e ammoniscono il Governo di Vienna di non muoversi, di non toccare la Serbia ; alla Dieta di Serajevo un manipolo di deputati bosniaci fa ostruzione fin che può ai nuovi progetti di linee ferroviarie, domandate dalle autorità militari per la difesa dei confini serbo e montenegrino. £ un movimento che fa pensare : c’ è già un irredentismo che deve preoccupare. In Bosnia-Erzegovina e nella Slavonia le autorità militari se ne erano già preoccupate, tanto, che hanno scaglionato, durante la crisi bosniaca (1908-9), delle truppe tedesche a guardia delle linee ferroviarie : e in Dalmazia han popolato tutte le isole di soldati per sorvegliare i cavi sottomarini. I battaglioni serbi furon talvolta allontanati dai confini meridionali e sostituiti da battaglioni tedeschi.... Croati e Serbi son rimasti per molto divisi. Sono della stessa razza, parlano la stessa lingua, ma gli uni sono cattolici e scrivono con caratteri latini, gli altri ortodossi e usano i caratteri cirillici : si combatterono per questo a morte,