— IX — pienamente soddisfatte solo se i vari gruppi nazionali della monarchia danubiana acquistassero la loro indipendenza o si riunissero ai loro tronchi principali, verrebbero invece grandemente ostacolate, se il sistema ab-sburghese sopravvivesse a questa bufera : giacché esso non potrà mai lealmente conciliarsi con uno Stato, che abbia la piena libertà nell’Adriatico e che fomenti per il fatto solo della sua libera esistenza le aspirazioni di libertà dei popoli suoi soggetti. « Noi oggi — mi diceva uno dei membri del Consiglio nazionale boemo — sosteniamo con lo stesso ardore, con cui lottiamo per la nostra causa, le rivendicazioni italiane, Trieste e il litorale istriano; ma se dopo la guerra dovessimo ancora trovarci uniti all’Austria, sia pure in un’Austria a sistema federale, molti di noi sarebbero portati a mutare alteggiamento e a reclamare per il sistema politico di cui faremmo parte il maggior numero di sbocchi marittimi, Trieste compresa. D’altro lato la sopravvivenza dell’Austria vorrebbe dire la vittoria del germanesimo e quindi l’opposizione più violenta alla penetrazione culturale e commerciale dell’ Italia nell’ Europa centrale e nei Balcani, ove sopratutto per la sua posizione, per la sua tradizione storica, essa è chiamata ad una grande azione di civiltà ». Era naturale, quindi, che sin dalla prima ora ci facessimo propugnatori di quell’accordo italo-iugo-slavo, che sarebbe stato il più gran colpo inflitto al vecchio edificio di Casa d’Austria, e ci opponessimo alle perversità deh nazionalismo italiano e del nazionalismo iugoslavo — scontate amaramente dagli Slavi