repubblica veneta ; perchè 1' Italia ha in sè troppe difficoltà e troppi pericoli senza andare a accattarli al di là dell’acqua ; perchè, se fu sempie difficile il reggere uomini parlanti altra lingua, ora agl’ Italiani sarebbe impossibile, quando volerselo istituire non dico materiale eguaglianza, ma civile equità i (26). III. — La crisi nazionale in Dalmazia. Nella seconda metà del secolo XIX, la popolazione slavofona della Dalmazia comincia a sentirsi nazionalmente slava. L’immigrazione di larghe zone della popolazione rurale nelle città, l’affacciarsi alla vita pubblica delle classi inferiori, han creato qui, come nel resto d’Etiropa, la lotta intorno alle amministrazioni locali fra i vecchi ceti dominanti e la gente nova. Il lavoratore, che sente anche qui i suoi interessi contrapposti a quelli del padrone, il contadino, che si sente anche qui disprezzato dal cittadino, sono nella gran massa slavi, che si contrappongono a italiani. Il proprietario di campagna, che s’ inurba, non è più corrivo, come una volta ad adottare la lingua e i costumi dei vecchi gentiluomini e borghesi italofoni per far dimentila sua origine. L’avvocato e il maestro, che vengono da famiglia rurale slava, e vogliono conquistarsi un posto al sole contro i beati possidentes della città, si atteggiano a condottieri, non di movimenti socialisti o democratici, come nei paesi occidentali ed etnicamente omogenei, ma dei contadini e degli artigiani slavi in opposizione ai nuclei di borghesia italiana (27). Questo fenomeno si è trovato a coincidere con la rivoluzione nazionale, che unificava l’Italia e staccava il Lom-