•all’Austria nuovi documenti giornalistici da fare tradurre è circolare fra i soldati slavi ed eccitarli contro 1’ Italia. Quanti soldati italiani sono stati uccisi non dalle armi austriache, ma dalla campagna slavofoba dei Cippico, dei Tamaro, dei Dudan, dei Coppola, che intanto se ne stavano comodamente a fare la guerra contro gli Slavi nelle trincee di Roma, di Parigi e di Stocolma ? In Italia la propaganda slavofoba è rimasta, fino a pochi mesi or sono, padrona del campo, grazie alla censura, che garottava tutti coloro, che osassero protestare contro una politica così errata e dannosa. Ma all’estero la faccenda è andata diversamente assai. Qui i nostri dalmato-mani non avevano a loro disposizione nessuna censura. Qui dovevano battersi ad armi eguali coi propagandisti slavi. E qui la loro campagna non ha prodotto che disastri morali : ha suscitato contro l’Italia mille diffidenze, ha creato intorno al nostro paese un’atmosfera di ostilità gelata, ci ha isolati moralmente fra i popoli dell’ Intesa, ha facilitato la propaganda dei nazionalisti slavi non solo nel rifiutare le pretese sulla Dalmazia, ma anche nel negare i diritti dell’ Italia sul Goriziano, su Trieste, sull’ Istria ! Quali difficoltà poi abbia suscitate la questione della Dalmazia nelle relazioni diplomatiche fra Italia e l’Intesa antigermanica, — quale influenza abbia avuto la dalma-tomania nel far preferire al nostro Stato maggiore alcune concezioni strategiche ad altre probabilmente migliori, e nel rendere difficile una efficace coordinazione di sforzi militari fra noi e i nostri Alleati, — tutto quanto, insomma, hà rappresentato di passività il nazionalismo dalmatico nell’ azione diplomatica e militare dell’ Italia in questa