scuola ed esercito si sono data la mano. La stessa guerra attuale contro la Serbia e contro la Russia e contro l’Italia, per buona parte del basso clero e del popolo delle campagne austro-ungariche, è una crociata religiosa contro gli scismatici e i miscredenti, piuttosto che guerra d’imperialismo tedesco-magiaro. Ora il clericalismo austriaco si appoggia specialmente sulle popolazioni rurali della Slovenia e della Croazia. Strappare questi paesi all’amministrazione austriaca ed aggregarli alla Serbia, paese ortodosso, significherebbe creare ad est dell’ Italia, in luogo di un’Austria compattamente cattolica, uno Stato di religione mista (cattolica al Nord ed ortodossa al Sud), in cui l’influenza del clero cattolico sarebbe paralizzata politicamente da quella del clero ortodosso, in attesa che il progresso della civiltà venga ad attenuare la forza politica tanto dell’uno, quanto dell’altro. Il disfacimento deirAustria-Ungheria, a principale profitto di una Romania e di una Serbia scismatiche e di una Italia e di una Boemia liberali, sarebbe il maggiore disastro del cattolicismo politicante, dopo la formazione dell’unità italiana, e dopo la separazione fra Chiesa e Stato in Francia. Questa condizione di cose, se spiega la austrofilia, e quindi la tedescofilia, del Vaticano, deve anche indicare a noi italiani — o per lo meno a quelli fra gl’ Italiani, che sentono la necessità nazionale di combattere ovunque la potenza politica del Vaticano — la via da seguire nella presente crisi : stringerci ai Cechi, ai Rumeni, agli Slavi del Sud nella lotta per lo sfasciamento deli’Austria, cioè per la creazione di una Boemia indipendente, di una Grande Romania, di una Grande Serbia. Per quel che riguarda gli Alleati dell’ Italia, la orma-