— io6 — . fiazionalista non spiega. Su 11’Idea nazionale del 15 agosto 1912, una corrispondenza dalla Dalmazia, criticando il censimento del 1910, diceva : « Se nel censimento si fosse fatta ur.a forma di controllo assidua e più vigile, il censimento ci avrebbe ridato per lo meno i 20.000 che ci erano riconosciuti nel 1861. Ma assai facilmente con un po’ di buona volontà e di energia, si potrebbe provare che gl’ Italiani in Dalmazia seno almeno 30.000, o da una tal cifra poco distanti ». Che sia questa la fonte della invenzione del Tamaio ? (7) Salata, Le nazionalità in Austria-Ungkeria, nella « Nuova Antologia », 15 agosto 1903, pag. 569. (8) Réclus, Géogr. universelle, III, 168; Bartoli,, Das Dalmatische, I, 216 ; Prezzoline La Dalmazia, Firenze, Libreria della Voce, 1915, pag. 42-3 ; Tomitch, La nationalité de la Dalmatìe, nella Serbie, 9 sett., 1917. (9) L’esistenza di questo dato è negato su la Serbie del 3 giugno 1917 ; anzi è accusato il Bartoli di averlo inventato. Ma il Bartoli è studioso di incontestabile probità e serietà: quel che importa è che nè questa, nè alcun’altra cifra merita di essere presa come base di proporzioni e di altri simili calcoli. (10) Idea Nazionale, 18 maggio 19x1: «Nell’adunanza di Spalato si è delibeiato di partecipare alle elezioni politiche in tutti i collegi.... Si combatterà per afìeimare solennemente la nostra esistenza e il nostro diritto ». (n) Avevamo scritto questa pagina, quando abbiamo letto nella Serbie del 23 sett. 1917 osservazioni analoghe del sig. Tomitch. Questi aggiunge che la emigiazione delle classi agricole, cicè slave, diminuisce l’affluenza di queste alle elezioni ; il che non avviene per le zone cittadine, in cui sono concentrati gl’ Italiani — e questa ci sembra osservazione giusta. Per diminuire, poi, anche di più il peso della italianità in Dalmazia, affeima che molti contadini slavi, miserabili e ignoranti, vendono il voto agl’ Italiani, 0 si lasciano indurre dai proprietari italiani a votare per 1 candidati italiani. E il fatto è assai piobabile ; ma è compensato, ci sembra, della influenza, che a danno dei candidati italiani non possono non esercitare su molti elettori