— 211 — Monte Re, il basso Triestino, 1* Istria e le isole del Quar-nero ». Niente Fiume, niente Dalmazia. Ma la battaglia della Marna, le disfatte dell’Austria in Galizia, le suggestioni dei giornali clericali e giolittiani, ebbero ben presto vittoria di ogni esitazione. E il 17 settembre, Enrico Corradini si metteva anche lui a domandar «Trento, Trieste e la Dalmazia». L’Italia poteva oramai prendere per il collo e l’Austria e la Serbia, afferrando nell’Adriatico quanto alcuni mesi prima sarebbe stato follia sperare. Perchè lasciarsi sfuggire la buona occasione ? Era questo anche un mezzo per riscattarsi dalla vergogna di doversi alleare con la democrazia contro gli Alleati di ieri — clericali e .giolittiani — nel volere l’intervento contro l’Austria e la Germania. Quale « bellissimo inganno » mescolarsi colla democrazia italiana per farla servire a un programma di guerra imperialista ! IV. — La Dalmazia e gl’ irredentisti. Il personale per la campagna slavofoba e dalmatomane si offriva ai nostri giornali già perfettamente selezionato e organizzato, in un gruppo di nazionalisti italiani dell’Adriatico orientale. Nella lotta con gli Slavi del Goriziano, di Trieste, del-P Istria, della Dalmazia per la conquista o la conservazione delle amministrazioni comunali e dietali, lotta esasperata sistematicamente dall’Austria, molti, troppi italiani dell’Adriatico orientale avevano smarrito ogni sentimento delle proporzioni e delle grandi correnti della vita