— 269 — specialmente fra l’Istria e la Liburnia, stabilito da Augusto all’Arsa (Plinio, N. H. III, 5, 9, 19, 26), rimase per tutto il tempo dell’ Impero sempre all’Arsa : la Liburnia faceva parte del Conventus Scardonitanus, avente come capoluogo Scardona (4). — Tutta la letteratura su quest’argomento si può benissimo spregiare come « provinciale » dai giornalisti improvvisatisi a filologi, storici, geografi, strateghi, ecc. ecc. : quel che non è lecito, è di contrapporle l’autorità di Plinio : perchè è bensì vero che Plinio (III, 38) nell’elenco degli abitanti dell’ Italia intera nomina i Japu-des, gli Histri, i Liburnii ; ma con ciò intendeva dire solamente che qualche gruppo di questi popoli abitava nell’Italia nordorientale, come noi oggi si potrebbe dire che in Italia ci sono Slavi e Albanesi ; e come oggi questo non vorrebbe dire che Albania e Slovenia sono nei confini d’Italia, così da quel passo di Plinio non si può dedurre che il territorio chiamato Liburnia facesse parte dell’ Italia. Tant’ è vero che Plinio altrove (III, 129) dice, senza che si possa equivocare sulle sue parole : « Et nunc finis Italia; fluvius Ar-sia ». E Tolomeo (II, 16; III, 1, 25), enumerando le città della Liburnia, nomina Albona e Fianona come le ultime el di là delle quali comincia l’Istria ; e Marciano Capella (ad. Lipsia, 1866, pag. 219) fa cominciare P Illirico «a fìu-mine Arsia ». Ancora ai tempi dell’Anonimo Ravennate, che però fa dell’Arsia una città, continuava a tramandarsi nelle fonti letterarie la tradizione che faceva dell’Arsa il confine fra 1’ Istria e la Liburnia. Quando si afferma che « Teodoro Mommsen attesta che • nei secoli successivi al riordinamento amministrativo del-1’ Impero effettuato da Ottaviano Augusto, probabilmente ai tempi di Costantino, i territori di Albona e Fianona