— SI - glianza giuridica e di convivenza pacifica fra la maggioranza italiana e la minoranza slovena ; ma che inferno non diventerebbe questa città, se entrasse a far parte del nuovo Stato slavo, con la sua maggioranza italiana, assalita da ogni parte dal nazionalismo sloveno ? Alla medesima conclusione ci conduce l’esame del lato militare del problema. In nessun luogo del Goriziano è possibile stabilire per terra una frontiera militare, che assicuri il Veneto contro gli assalti dall’oriente, se non si sale sulle alture, almeno fino alla Selva di Ternova. La pianura, abitata dagl’ Italiani ad occidente di Gorizia, è priva di qualsiasi linea di difesa : viceversa lo Stato, che è padrone delle alture fra 1’ Isonzo e Lubiana, può utilizzare parecchie linee di difese successive contro un assalto che muova dal basso. La riprova dell’enorme superiorità militare, di cui gode chi tiene le alture su chi sta in pianura, è data da questa guerra, in cui l’Austria, con forze relativamente scarse, ha potuto trattenere a lungo gli urti giganteschi del fiore/dell’esercito italiano. Inoltre 1’ Istria occidentale, dalla base navale di Pola, domina tutto l’alto Adriatico : e la inferiorità marittima del-l’Italia è aggravata dalla circostanza politica, che mentre le forze italiane sono paralizzate, in ogni movimento offensivo contro le città costiere dell’ Istria, dal fatto che queste sono abitate da italiani, — chi invece muove da Pola contro le coste italiane, non è frenato da nessuna preoccupazione di solidarietà nazionale. Il passaggio all’ Italia dell’ Istria, fino ai Monti della Vena e al Monte Maggiore, non rappresenterebbe nessun pericolo formidabile per la Slovenia. Infatti per terra, al di là del confine italiano, continuerebbe per lungo tratto il terreno montuoso, con